Un retroscena curioso, utile a spiegare la cura maniacale per ogni dettaglio tattico da parte dell’ex allenatore del Lille che, tra i suoi meriti, ha anche quello di aver ricompattato un’ambiente che negli ultimi anni aveva vissuto troppe tempeste: “Ho il mio metodo di lavoro – spiega in un’intervista al Tg1 – ma la cosa più importante sono i giocatori. Quello che voglio è che stiano completamente nel progetto di gioco. La parola collettivo è importante per me, il gruppo sta sopra a tutto. Se siamo tutti insieme con lo spirito collettivo, possiamo fare grandi cose. Ci sono regole, ma questa rosa sembra più una famiglia che un club”.