“Ho scelto la Nazionale argentina perchè, per me, come per tutti i miei connazionali, è un sogno vestire la casacca albiceleste. Poi, nonostante viva da oltre dieci anni in Europa, d’italiano ho soltanto il passaporto per via delle origini della mia famiglia. Non sono mai stato tentato di scegliere l’Italia, anche perchè alla mia età la Nazionale non dev’essere una prerogativa”.
Approdato in Spagna nel 2002, Maurito inizia a tirare i primi calcio nel Vecindario dove, nel giro di sei anni, segna la bellezza di 384 gol, cifre che convincono i dirigenti del Barcellona a portarlo nel proprio settore giovanile: “In blaugrana sono stato per tre anni e, nonostante abbia qualità più da finalizzatore, mi hanno insegnato a giocare di più palla a terra. Come mai ho preferito cambiare aria? Perché, insieme al mio agente, abbiamo capito che i numeri nove come me difficilmente avrebbero trovato spazio, tant’è vero che quell’anno faticò anche uno come Ibrahimovic. Allora decisi di andare in Italia, il cui modo di giocare a calcio si adatta meglio alle mie caratteristiche”.
Successivamente l’attenzione si sposta sull’Inter, la sua attuale squadra: “Ad Appiano mi trovo bene, anche perchè c’è una folta colonia di argentini che mi aiutano dal primo giorno che sono arrivato, su tutti Zanetti. Anche Cambiasso, dopo l’ultima partita contro il Cagliari, è venuto a congratularsi personalmente con me sia per il gol che per la prestazione in generale. Stessa cosa è accaduta due giorni dopo quando è arrivata la convocazione da parte di Sabella“.