I nostri occhi conservano gelosamente le immagini dei suoi gol, firma indelebile di epiche vittorie: il tempo e i ricordi sembrano, però,essersi cristallizzati su di essi, resistendo al moto di rinnovamento, elemento indispensabile per il raggiungimento di nuovi traguardi. Era il 22 maggio 2010 e Milito schiantava con una doppietta il Bayern Monaco, trascinando i nerazzurri sul tetto d’Europa quarantacinque anni dopo l’ultima volta. Da allora tanti, troppi infortuni hanno inciso sul rendimento dell’argentino e, di conseguenza, sulle sorti dell’Inter.
La stagione 2010/2011 non inizia sotto i migliori auspici e, a distanza di tre anni, l’errore dal dischetto contro l’Atletico Madrid potrebbe apparire come sintomo di cattivi presagi. Sotto la guida di Benitez prima e Leonardo poi, alla ricca bacheca nerazzurra verranno aggiunti altri tre trofei (una Supercoppa Italiana, un Mondiale per Club e una Coppa Italia, ndr). Milito, però, viene ripetutamente fermato da fastidiosi problemi ai flessori: tra una ricaduta e un’altra, il Principe inanella 34 presenze e il magro bottino di otto segnature.
Il pubblico di San Siro assiste ad un piacevole ritorno alla normalità nell’annata successiva. L’argentino si reimpossessa di trono e mantello, timbrando il tabellino delle marcature ben 24 volte e diventando, con l’avvento dell’anno nuovo, uno degli attaccanti più prolifici del Vecchio Continente.
L’incipit del campionato 2012/2013 lascia intravedere segni di continuità, alimentando l’inconsapevole stato illusorio del popolo interista. Le due reti che sbriciolano l’imbattibilità dello Juventus Stadium e il momentaneo primo posto in classifica servono soltanto a rendere la successiva caduta libera ancor più fragorosa. Nuovi guai muscolari e Milito ritorna tra gli indisponibili per il mese di gennaio, accrescendo la fila davanti le porte dell’infermeria nerazzurra. Una vera e propria anticamera di quanto succederà in seguito e, più precisamente, nella partita di Europa League contro il Cluj, durante la quale si procurerà una lesione del legamento collaterale, del legamento crociato e della capsula del ginocchio sinistro.
La carriera pare arrivata al capolinea, ma con un “colpo di reni” degno del miglior portiere e con la fiducia dell’ambiente interista, Milito si proietta in avanti con la speranza di ritornare a calcare al più presto il palcoscenico della Serie A. Sul finir di settembre partecipa alla goleada contro il Sassuolo di Di Francesco, subentrando e firmando la doppietta personale. Il resto è storia nota: in allenamento il Principe si ferma nuovamente, a causa di uno stiramento al retto femorale che lo terrà ai box per il prossimo mese.
La mutata linea societaria, volta al reperimento di nuove leve e al drastico abbassamento del monte ingaggi, mal si concilia con lo status del trentaquattrenne argentino, il cui stipendio è da menzionare tra i più onerosi della rosa nerazzurra e la cui maestosa figura potrebbe adombrare e dilapidare le risorse impiegate per gli acquisti di Icardi e Belfodil. Le fallaci aspettative si tramutano in una più oggettiva visione d’insieme e la riconoscenza dovuta a chi è stato l’artefice della storia recente dell’Inter lascia il passo a una fredda e distaccata analisi di carattere utilitaristico.
L’addio ai colori nerazzurri e il “ritorno alle origini” (ripetutamente paventato da Milito) non è poi così lontano…
This post was last modified on 15 Ottobre 2013 - 20:52