Da oggi, lunedì 14 ottobre, sarà presente nelle librerie “Giocare da uomo”, l’autobiografia di Javier Zanetti, capitano e simbolo dell’Inter; il numero 4 argentino, arrivato a Milano nell’estate 1995, racconta la sua vita, dai primi calci nei campetti di periferia fino al Triplete con Josè Mourinho.
Tanti argomenti trattati, qualche retroscena raccontato con franchezza e onestà, tra calcio e religione, il tutto condito da pochissime incomprensioni con qualche allenatore: questo è Pupi, la cui vita è stata caratterizzata dalla parola “lavoro” e che ha sempre preferito il campo alle discoteche: “A dire la verità in discoteca sono stato un paio di volte, c’è troppo frastuono, non si riesce neppure a parlare”.
Il capitolo allenatori è forse quello che più cattura l’attenzione di molti tifosi e appassionati del mondo del calcio. Il capitano, personaggio che si è sempre distinto per la lealtà sul terreno di gioco, racconta i pochi screzi con alcuni dei tecnici che si sono seduti sulla panchina interista: “Con altrettanta onestà, senza rancore o risentimento alcuno, dico che Marco Tardelli, dei tanti allenatori che ho visto, dal campetto di terra battuta di Disneylandia alla furia del Santiago Bernabeu, è stato il peggiore. Peggiore in tutti i sensi, come uomo e come tecnico. Tardelli è scarso. I suoi allenamenti non sono da squadra che vuole vincere”.
Un’altra stoccata è per Marcello Lippi, tecnico che approdò alla Pinetina nel ’99 e che venne esonerato dopo il k.o. di Reggio Calabria e il conseguente sfogo davanti ai giornalisti: “Ci disse che quando allenava la Juve, gli interisti erano sempre in soggezione ad affrontare i bianconeri. Mi è capitato di contraddirlo, con rispetto e franchezza. In tutta onestà, lo rifarei”.
Da Mourinho, “maestro e leader”, a Ranieri, definito dal capitano come “un vero gentiluomo”, Zanetti non ha mai dimenticato le sue origini e la devozione di sua madre; la sera prima della finale di Champions League contro il Bayern accese un cero a Santa Rita, la santa delle cause impossibili, insieme a Ivan Cordoba.
Tutti i retroscena della vita e della carriera del capitano stanno per essere svelati. Una carriera tinta di nerazzurro.