Dopo la serata agrodolce dell’Olimpico di Torino e in attesa del riscatto sabato sera contro il Verona, quando sarà chiamato a sostituire ancora Samir Handanovic, Juan Pablo Carrizo si è raccontato ai microfoni di Inter Channel durante la trasmissione “InterNOS” condotta da Roberto Monzani e Nagaja Beccalossi. Ecco le parole dell’estremo difensore argentino:
“Mi alleno ogni giorno come se la domenica dovessi giocare, perchè non si sa mai. Oggi il mister sceglie Samir perchè se lo merita e ha fatto tre anni consecutivi a un livello straordinario. Da parte mia, però, essere secondo significa mettercela tutta in allenamento, perchè come è capitato domenica sono entrato al sesto minuto e mi sono trovato a dover parare un rigore. Il lavoro che abbiamo fatto durante la settimana con mister Papale, quando guardiamo le punizioni avversarie, mi ha dato una mano a neutralizzare il tiro di Cerci. Sono delle belle soddisfazioni”.
“Una sfida scegliere di fare il secondo di un grande portiere come Handanovic? Quando ho sentito che l’Inter era interessata a me e che c’era Samir, ho fatto una scelta essendo consapevole di arrivare all’Inter per fare il secondo. Però è anche importante spiegare che io dentro di me ho ancora voglia di fare bene e di avere delle possibilità in futuro. Devo allenarmi, devo fare bene, devo comportarmi bene con i miei compagni e dare una mano a Samir insieme a Castellazzi perchè siamo una squadra e in una squadra ci sono diversi ruoli. L’importante è avere un equilibrio mentale e fiducia in se stessi perchè prima o poi le opportunità arrivano”.
“Abbiamo tre caratteri completamente diversi, è vero, ma cerchiamo di confrontarci sulle questioni tecniche e tattiche. Ognuno di noi ha un’idea, un modo di lavorare e quando lo facciamo tutti e tre insieme cerchiamo di gestire le nostre volontà anche in termini di quello che ci piace fare durante l’allenamento”.
“I portieri sono tutti matti per natura? Così dicono… (ndr, sorride) ma, a volte, ti trovi a prendere un gol per colpa tua, ma sai che la squadra continua a fidarsi di te e tu devi trasmettere loro sicurezza. La finalità di tutti noi è fare bene. Ci sono dei compagni con i quali abbiamo un rapporto più stretto e magari ci danno delle indicazioni durante la partita, ma io non me la sono mai presa perchè sono sempre dei consigli e ci aiutano a fare bene. Si tratta di partecipazione attiva alla partita”.
In chiusura si parla anche della Nazionale argentina: “Per me è stato un grande onore farne parte e un giorno mi piacerebbe tornare, ma quando ho scelto di venire qui il mio primo pensiero era quello di recuperare la mia carriera e per farlo credo occorra avere accanto dei professionisti seri, una Società seria con la quale confrontarsi e io non avevo nulla di tutto questo prima. Il Mondiale non rappresenta un traguardo in questo momento della mia vita. Lo è dare una mano alla mia squadra, fare bene e magari in futuro diventare il primo portiere dell’Inter, ma in questo momento devo accettare di avere di fronte a me un grandissimo portiere. E io sono anche contento di essere il secondo. Poi, è normale che bisogna gestire il proprio stato d’animo perchè in alcuni giorni sei più non arrabbiato, ma propositivo, ma quando si cresce e si matura sa come gestire queste cose”.
Fonte: inter.it