Per fortuna che c’è Rodrigo Palacio. El Trenza è il trascinatore di questa Inter, non solo per i 6 gol segnati in 9 partite ma soprattutto per il grandissimo lavoro oscuro che fa ogni partita. Ieri sera, dopo la sua uscita sul 4-1 a mezz’ora dalla fine, i nerazzurri si sono sciolti come neve al sole in fase offensiva: totalmente inconsistenti. Il giovane Belfodil ha provato con qualche spunto a tenere su la squadra, ma di Palacio ce n’è uno solo.
Corre, pressa, rallenta e accelera con i tempi giusti e la squadra lo segue come estasiata. Nella rosa attuale è l’unica punta in grado di dar certezze e Mazzarri lo ha capito. Per questo ieri sera, nel momento in cui la partita sembrava in cassaforte, l’ha tolto dal campo per farlo rifiatare. Con tre impegni in otto giorni ad attendere i nerazzurri, l’apporto di Palacio sarà fondamentale e preservarlo è necessario.
Con Belfodil che stenta a decollare, Icardi che non ha ancora risolto i suoi problemini fisici e Milito fermo ai box, Palacio dovrà reggere l’attacco da solo. Fino ad oggi l’argentino ha giocato 699 minuti, tra gli attaccanti il più presente. Questo dato è significativo di quanto sia fondamentale per il gioco interista. Mazzarri, che nella sua idea iniziale doveva utilizzarlo come seconda punta, ormai lo usa stabilmente come centravanti perchè le sue prestazioni sono eccellenti.
Nel primo tempo, in più di un’occasione ha preso palla da posizione defilata attendendo gli inserimenti di Kovacic, Alvarez e Guarin. La sua uscita dal campo è coincisa con la totale scomparsa offensiva della squadra, che non ha più creato pericoli consistenti dalle parti di Rafael. Quei pochi minuti spiegano più di tutto l’indispensabilità del centravanti di Bahia Blanca negli schemi della squadra. Sulle sue spalle c’è l’attacco nerazzurro e anche qualcosa in più.