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Alzi la mano chi ci credeva: Ricky Alvarez è il simbolo della nuova Inter di Walter Mazzarri

Se al termine di una partita dura e combattuta come quella di Bergamo, un giocatore si presenta ai microfoni con questo carisma esprimendo certi concetti, evidentemente ha raggiunto all’interno del proprio gruppo un’importanza rilevante: “Abbiamo fatto una bella partita, loro sono una squadra difficile da affrontare e che gioca bene in casa. Dovevamo essere più furbi, avevamo trovato il vantaggio e poi non siamo riusciti a tenerlo, ci manca questo. Come col Torino e col Cagliari. Manca quello per il passo in avanti. Tutte le partite abbiamo fatto meglio degli avversari ma quando troviamo il vantaggio dobbiamo tenerlo, chi vuol lottare per lo scudetto deve fare così. Noi non ci siamo ancora riusciti sempre ma giochiamo sempre meglio degli altri. Io mi sento bene e gioco per la squadra. Siamo una squadra unica e non pensiamo a noi stessi, e oggi andiamo via con un po’ di amarezza”.

Parola di Ricky Alvarez. Parola di uno che, in pochi mesi, ha ribaltato le sorti della squadra ma anche quelle personali. Da giocatore lento, senza ruolo e inadatto al campionato italiano, il fantasista argentino in questo inizio di stagione ha preso per mano l’Inter conducendola nei piani alti della classifica a suon di prestazioni da fuoriclasse. È successo anche ieri sera allo stadio Atleti Azzurri d’Italia, su un campo storicamente indigesto ai colori della Beneamata. Cambiasso e compagni non sono riusciti a portare a casa i tre punti, ma il palo di Icardi a metà ripresa e quel magico sinistro di Ricky a ridosso del triplice fischio sibilato a un millimetro dall’incrocio rappresentano un rimpianto incolmabile.

La partita di Alvarez però è stato anche molto altro, compreso il gol che al 16′ ha sbloccato il risultato. A parte il sanguinoso pallone perso in uscita che ha favorito il cross di Maxi Moralez per il gol di Denis, l’ex Velez è stato protagonista assoluto della trasferta in terra bergamasca. Schierato nuovamente come mezzala nel cuore del gioco, Ricky ha dato qualità e brio alla manovra, offrendo anche quegli strappi necessari per far ripartire l’azione e creare superiorità numerica dalla trequarti in avanti. Qualora dovesse continuare a sfoderare queste prestazioni, l’argentino rappresenterebbe quel top player tanto ricercato in fase di mercato e, considerando il fatto che Branca e Ausilio se ne assicurarono le prestazioni per appena 5,5 milioni di euro, sarebbe davvero tanta roba.

This post was last modified on 31 Ottobre 2013 - 18:26

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redazione