Nato a Lamezia Terme il 24 marzo 1992, Natalino comincia la sua carriera nelle giovanili del Crotone. Le sue buone prestazioni con la maglia della squadra calabrese e della nazionale Under 16 attirano l’ attenzione di Inter e Genoa, che decidono di prenderlo in comproprietà per la cifra non indifferente di 1,2 milioni di euro.
L’investimento, seppur costoso, pare essere azzeccato: il ragazzo è alto (187 cm, ndr), forte fisicamente, e può giocare in tutti i ruoli della difesa. Esordisce in Serie A con la maglia dell’Inter, squadra che ha tifato sin da bambino, il 28 novembre 2010 nella vittoria per 5 a 2 contro il Parma. La stima dell’allora mister nerazzurro Benitez gli permette addirittura di debuttare in Champions League contro il Werder Brema.
Nella stagione 2011-2012 Natalino viene mandato in prestito prima a Verona, e poi a Crotone, dove totalizza solo una presenza. Al ritorno alla base, l’Inter decide di riscattarlo, ma a febbraio viene colpito da una crisi cardiaca con conseguente intervento chirurgico. Si decide di aspettare l’evolversi della situazione, escludendo momentaneamente il ragazzo dalla attività agonistica, con il padre Paolo che dichiara a La Gazzetta dello Sport: “La nostra gioia è vederlo in salute, il resto si vedrà”.
Proprio qualche ora fa è arrivato l’annuncio dell’addio al calcio attraverso Twitter, con un messaggio accompagnato da una foto scattata insieme a Samuel Eto’o: “Purtroppo il Destino ha voluto diversamente! Ma rimarrà per sempre in me l’onore di aver giocato con Dei come Lui!”.
Intervistato dalla ‘rosea’, Natalino spiega: “Mi è stato detto che all’estero sarebbe possibile tornare a giocare, ma sono io che non voglio sforzare il mio cuore. Non si tratta di avere un nulla osta agonistico, senza il consenso del mio medico, Simone Sala del San Raffaele, non avrei mai fatto nulla di più di quello che faccio ora. La vita va avanti. Poteva andare meglio, ma poteva anche finire peggio. Grazie a tutti lo stesso e soprattutto alla mia Inter che continua a starmi vicina”.
Felice Natalino non potrà più calcare i campi di gioco, ma in questa situazione ha dimostrato una maturità sorprendente, facendo intravedere che i campioni non devono per forza avere un pallone tra i piedi.
Simone Calice
This post was last modified on 1 Novembre 2013 - 14:12