Non sono centometristi di professione, ma un paragone con Usain Bolt, Yohan Blake e Asafa Powell non sembra poi così azzardato. Roma, Napoli e Juventus corrono, lasciando a chi insegue microscopici margini di errore e la consapevolezza di essere costretti ad approfittare di ogni loro singolo passaggio a vuoto per sperare in un ipotetico sorpasso al traguardo.
Sorprendente e inattesa la partenza dai blocchi della Roma di Rudi Garcia. Sotto questo particolare aspetto, i capitolini prendono le distanze dal giamaicano più veloce di tutti i tempi che difficilmente si rende protagonista di un tale sprint iniziale ed è solito balzare prepotentemente in testa a gara inoltrata. Un rullino di marcia inarrestabile: due sole reti subite, dieci vittorie e una prima leggera frenata contro il Torino nell’ultimo turno di campionato. La coesione di gruppo e la voglia di rivalsa, scaturita dalle delusioni passate, sono i rimedi più efficaci per rimarginare le ferite inflitte al proprio orgoglio.
Più accreditate alla vigilia della stagione in corso le solite Juventus e Napoli, cui le circostanze richiedono l’arte di saper coniugare le ambiziose mire europee con la volontà di affermarsi entro i confini del Bel Paese. Momentaneamente seconde non per demeriti propri, ma perchè risulta proibitivo rincorrere chi non mostra la minima intenzione di rallentare. Proprio come i rivali di Bolt, ai quali nulla può rimproverarsi se non l’incolpevole scelta del tempismo (tutt’altro che perfetto) nell’approcciarsi a questo sport.
In mezzo alla polvere lasciata da chi si trova davanti, si ergono le sagome sbiadite e scalpitanti delle prime inseguitrici: Inter e Fiorentina costituiscono, allo stato dei fatti, l’unico ostacolo sulla strada del trio di testa. Con ben altri obiettivi è stato costruito, infatti, lo sbalorditivo Verona di Mandorlini, mentre Lazio e Milan viaggiano a velocità ridotta senza intravedere la fine della buia galleria nella quale si sono immesse e da cui non riescono ad uscire. I secondi di ritardo dal terzo posto sono sei per i nerazzurri e sette per la squadra gigliata, ma potrebbero essere persino di più se si considera l’attuale distacco dalla capolista, meno abituata (e forse meno attrezzata) alle posizioni di vertice.
La corsa al podio e ad un posto in Champions League, però, ha poco in comune con la specialità dei 100 metri ed è assimilabile, invece, ad una lunga ed estenuante maratona, alla fine della quale verranno premiate costanza e resistenza alla fatica.
E c’è chi potrebbe approfittare del fiato corto di chi ha accelerato anzitempo…