E a proposito di Champions, inevitabile che il pensiero torni a quel periodo prima di Inter-Bayern Monaco, quando a tutti sembrava pressoché impossibile che l’Inter di Josè Mourinho avrebbe potuto perdere quella partita: “Ci sono state situazioni che ci hanno reso consapevoli di avere tanta forza. Quello che posso dire, e che nel tempo hanno detto anche il Presidente e i miei compagni, è che sicuramente abbiamo vissuto peggio la settimana pre-Siena rispetto a quella prima della partita a Madrid perchè il Siena non aveva nulla da perdere, era già retrocesso, mentre a Madrid si affrontavano due squadre alla pari. Che emozione ho provato quando ho vinto la Champions? È stato un traguardo, un’emozione ancora più grande perchè sapevo quanto ci tenevano tutti i tifosi, io l’aspettavo da 15 anni ma c’era chi l’aspettava da 45 anni”.
Lo stesso Cambiasso, in alcune interviste recenti aveva detto che “ora i giocatori sanno sempre che cosa fare in campo”. Oggi al Cuchu viene chiesto se questa sua frase implicasse in qualche modo dire che nel post Mourinho non lo sapessero. “Mazzarri, a differenza degli altri allenatori che abbiamo avuto, magari si Gasperini ma è stato poco tempo e io anche perchè ho fatto poco ritiro con la squadra dopo la Copa America, è un allenatore che ha il suo sistema di gioco e adatta i suoi giocatori a quel sistema al quale lui crede da 12 anni. Gli altri sono allenatori che hanno adattato i propri pensieri di calcio ai giocatori che avevano e magari si faceva più fatica. Mazzarri sa che la sua ala destra fa quello, che il suo interno destro fa quello e che il suo metodista fa quello. Non era parlare male di nessuno. Mazzarri è molto più fissato sulle sue esperienze e sul suo credo di calcio. Non si tratta di autorità o meno, nè di dire che prima non c’era e adesso no, è un discorso tattico. Le squadre di Mazzarri credo abbiano avuto sempre una propria identità precisa”.
Fonte: inter.it
This post was last modified on 14 Novembre 2013 - 12:40