Nelle ultime partite il colombiano ha occupato la posizione di trequartista a supporto di Palacio ma i risultati non sono stati esaltanti. Lo spostamento ha giovato ad Alvarez, positivo anche come mezzala e in fase di non possesso. Guarin, invece, fatica a trovare la sua dimensione e appare ancora troppo discontinuo. Il colombiano, da mezzala, non dà a Mazzarri le garanzie che danno altri giocatori e il tentativo di portarlo trequartista doveva servire a trovargli una nuova posizione in campo.
Anche contro il Livorno, però, il centrocampista ha messo in campo una prestazione scialba, lontana dai suoi standard migliori. Nel post partita il tecnico ha sottolineato come sia Kovacic che Guarin debbano ancora comprendere a pieno il suo gioco. Entrambi non tagliano dentro l’area senza palla come vorrebbe lui, ma tendono a portarla, a muoversi con la sfera attaccata ai piedi. Ma se Kovacic a 19 anni è ancora plasmabile, più difficile è farlo con il colombiano.
Guarin spesso si trascina la palla cercando la giocata individuale: la perenne ricerca del tiro e del gol da fuori area toglie alla squadra possibili occasioni che potrebbero essere sfruttate diversamente. In particolare, quando il colombiano parte con l’idea di fare una determinata giocata, difficilmente questa cambia in corso d’opera. Mazzarri ha provato a metterlo trequartista dove l’anno scorso ha fatto buone cose con Stramaccioni, ma finora i risultati non sono assimilabili.
I prossimi mesi saranno decisivi per trovargli la giusta collocazione. Un cambio di modulo con il passaggio a un centrocampo a 4 potrebbe favorirlo. Guarin al Porto giocava centrale di centrocampo al fianco di Fernando a formare una delle coppie più fisiche d’Europa. In quest’Inter Fernando non c’è, anche se è continuamente cercato, occorre trovare una soluzione il prima possibile per sprigionare la potenza del colombiano.
This post was last modified on 13 Novembre 2013 - 20:46