Anche il Corriere della Sera ha ripreso alcune dichiarazioni rilasciate da Erick Thohir durante la visita di ieri nella sede dello storico quotidiano milanese.
Signor Thohir, qual è, per lei, il miglior calcio d’Europa?
“Io mi occupo di media, e vedo una partita di calcio come un “contenuto”, una storia, un film. Mi piacciono le partite avvincenti, spettacolari, che poi sono quelle che piacciono ai tifosi. Il gioco è cambiato molto, oggi i calciatori sono forti, veloci e diventa fondamentale la strategia, la preparazione della partita. Ogni Paese poi ha la sua filosofia di gioco, il calcio italiano è più difensivo, ma è bello perché trovi moduli diversi. Penso sia anche più intelligente: un modulo solo non può essere sempre vincente, la strategia va decisa anche in base agli avversari”.
Ma chi propone adesso i migliori «contenuti»?
“Penso al Bayern Monaco e al Borussia Dortmund, alla Bundesliga insomma.È un campionato che va molto bene, gli stadi sono sempre pieni e squadre come Bayern e Borussia sono la quinta essenza del calcio”.
Meglio di Inghilterra e Spagna?
“In Inghilterra corrono molto, in Spagna sono poche le squadre di alto livello, la Bundesliga è Total Football”.
LaBundesliga è anche uno dei pochi campionati, se non l’unico, dove le grandi squadre hanno bilanci in attivo. Le piace anche per quello?
“Beh, sicuramente la Bundesliga è un campionato che funziona, un modello al quale molti guardano: l’Italia è un gran Paese, se ci sono riusciti i tedeschi ad avere una lega di successo non vedo perché non ci si debba riuscire qui”.
E l’Inter dove si colloca rispetto al Total Football?
“L’Inter ha buoni codici, giocare nell’Inter non è semplice perché è una squadra importante, abituata a stare in alto e chi veste la maglia nerazzurra deve essere capace di reggere la pressione. Penso a Zanetti, è rientrato dopo quell’infortunio terribile con il Livorno, appena 10 minuti ma ha fatto sentire il suo peso, la sua visione. Mazzarri è un grande perfezionista, uno dei migliori al mondo. Per carattere mi ricorda Mourinho. È l’allenatore giusto per far crescere la squadra nei prossimi tre anni. Zanetti è la disciplina ed è importante per i giovani, che diventano subito superstar e guadagnano un sacco di soldi, avere davanti uno come lui”.
Lei è molto attento ai tifosi: i tifosi sono felici solo quando si vince.
“Posso garantire che vinceremo, non posso, e credo che nessuno possa farlo, garantire che vinceremo ogni anno perché non si può, ogni anno, fare la storia. Nel 2004 ho preso il Satriamuda, una squadra di basket che non vinceva mai. Abbiamo cambiato la struttura societaria e il sistema di reclutamento, da allora al 2012 abbiamo vinto sette campionati. Ora stiamo lavorando per aprire un nuovo ciclo”.
Cambierà anche la struttura dell’Inter? Massimo Moratti era sempre presente, lei spesso non sarà a Milano. Il Psg quando ha fatto la rivoluzione ha scelto Leonardo, lei farà qualcosa di simile?
“Non credo nell’uomo solo al comando, credo in un sistema, nel board che decide dopo aver analizzato e discusso. In questi giorni ascolto, fotografo, cerco di capire gli uomini e i problemi. Non siamo venuti, io e i miei soci, per cambiare le cose che ha fatto il presidente Moratti, ma per andare avanti sulla strada che lui ha tracciato. Oggi è difficile competere con chi ha ricavi di 500 milioni l’anno. Io voglio un club sano e anche vincente. E ripeto, le decisioni non le prenderò da solo, deciderà il board che, per il mio modo di lavorare, ha sempre l’ultima parola”.
Dovrà fidarsi di chi sarà quotidianamente vicino all’Inter…
“Ne ho parlato con Mao (Angelomario Moratti, ndr). Ma da adesso in avanti una parte importante della mia vita sarà dedicata all’Inter. La mia testa, il mio cuore. Ci sono tanti modi di comunicare e poi possiamo sempre vederci tutti assieme in vacanza, a Bali, un bellissimo posto”.
Della squadra che idea si è fatto? Chi l’ha colpita?
“Non ho visto tutte le partite, ma mi sono tenuto informato, anche grazie a Moratti. Qualcuno mi aveva detto che Cambiasso era vecchio, ma negli ultimi mesi è stato eccellente. Juan Jesus è consistente, Kovacic e Taider sono bravi, Alvarez ha qualità, Campagnaro è molto solido. Jonathan è stato sorprendente. C’è un gruppo di giocatori sui quali si può lavorare bene nei prossimi tre anni”.
Le piace Nainggolan?
“(sorride, ndr) Ma non deve piacere a me…”.
Guardi che piace anche a Mazzarri…
“Allora è diverso… Battute a parte, mi chiedono spesso di Nainggolan perché ha origini indonesiane. Io spero e credo che i mercati asiatici possano diventare una grande risorsa, non solo per l’Inter, per tutta la SerieA. Però, se l’Inter prende un giocatore lo prende perché è bravo, non perché è asiatico, questo dev’essere chiaro”.
San Siro resterà la casa dell’Inter?
“San Siro è fantastico, è la storia, però la struttura è molto vecchia. Un esempio, il D.C. United gioca al Rfk Stadium, che è uno stadio per il baseball. Il 40 percento degli incassi arriva dai luxury box (i salottini da stadio, ndr), che a SanSiro praticamente non esistono. Devo capire cosa è meglio per la società. Se è giusto rimanere a San Siro o se è più giusto costruire un nuovo stadio”.
Le piace il gossip? Icardi in questi giorni finisce spesso nelle cronache non sportive.
“Un grande giocatore deve avere personalità e deve allenare anche la testa. Certe cose possono essere negative per l’immagine della società. Un club non può controllare tutto, tocca ai giocatori capire quali sono i comportamenti giusti”.
Dev’essere dura passare la notte in bianco per vedere l’Inter…
“Sì, il fuso non aiuta a guardare le partite a Giacarta. Io poi mi alzo presto al mattino. Cerco qualcuno che mi tenga compagnia. Ma devo dire che se sei coinvolto e hai passione le partite le guardi e il sonno non lo senti”.
Quando vedrà la prima partita dell’Inter allo stadio?
“Domani parto, torno il 28 e resto fino al 2 dicembre: per Inter-Sampdoria sarò a San Siro. E spero anche di vedere tanti ex giocatori nerazzurri”.
Il 22 dicembre c’è il derby con il Milan.
“Ci sarò, e porterò Elizabeth, mia moglie. Da molti anni, io ho solo una moglie”.