Erick Thohir ha una sfida grande davanti a sé: riportare l’Inter nell’élite. Vuol dire vincere sul campo ma anche far bene fuori. Perché il presidente è stato chiaro quando ha fatto visita, martedì, alla Gazzetta: «Battere un club che incassa 500-600 milioni di euro l’anno quando tu arrivi a 140 può succedere una volta, ma alla lunga prevale il più forte».
Un club può fare cassa agendo su tre voci: diritti tv, stadio e commerciale. In Italia le prime due sono blindate, nel senso che i diritti tv vengono gestiti in maniera centralizzata e una scossa al botteghino può arrivare solo con le nuove generazioni di impianti. Su quest’ultimo fronte Thohir va molto cauto: i 250 milioni per il 70% delle quote nerazzurre non esauriranno gli investimenti della compagine indonesiana, visto che almeno per i prossimi due anni il bilancio dell’Inter chiuderà in perdita. Insomma, qualsiasi ragionamento sullo stadio è rinviato a data da destinarsi. Ecco perché la leva su cui agire nell’immediato è quella commerciale.
L’Inter al momento è indietro, poiché i ricavi commerciali lo scorso anno non hanno superato quota 40 milioni di euro, esattamente la metà rispetto ai cugini rossoneri. L’obiettivo di Thohir è modificare il trend del mercato interno, facendo pure riferimento a come si muovono Juve e Milan. Ma il vero valore aggiunto che porterà il tycoon di Giacarta è legato al mercato internazionale. E nella fattispecie a quello americano e del sudest asiatico. Thohir intende far valere le proprie conoscenze per trovare partner regionali che aiutino la penetrazione soprattutto in paesi con potenziali enormi come Stati Uniti, Indonesia, Cina e India. Per fare un esempio, una macchina da soldi come il Manchester United si appoggia a 5-6 partner regionali in ciascuno di questi stati strategici. I nostri club invece all’estero fatturano pochissimo proprio perché privi di una struttura adeguata.
Fonte: La Gazzetta dello Sport