Kovacic: “A Milano sto molto bene e i tifosi mi sostengono. Poter giocare un mondiale a 20 anni…”

Nonostante non abbia ancora trovato la giusta collocazione tattica e un minutaggio che permetta di esprimersi sui livelli della scorsa stagione, Mateo Kovacic ha raccontato ai microfoni del giornale croato Jutarnji tutta la sua soddisfazione per questi primissimi anni della sua carriera che hanno visto come ultima tappa la qualificazione al Mondiale in Brasile: “E’ capitato tutto molto velocemente. Solo due anni fa ho avuto la possibilità di esordire in prima squadra con la maglia della Dinamo Zagabria e in pochi mesi ho avuto la fortuna di passare all’Inter e di giocare per la Nazionale maggiore. E’ un momento davvero felice perchè a Milano si sta molto bene e i tifosi mi sostengono e mi fanno sentire quotidianamente il loro affetto e questo per me rappresenta molto. Poi quello che è successo martedì scorso è qualcosa di straordinario. Poter giocare un Mondiale a soli vent’anni è un motivo di grande orgoglio e soddisfazione per me. Tutto questo scenario è stato possibile solo grazie alla benedizione di Dio”.

Una qualificazione che è dovuta passare dal doppio confronto con l’Islanda: “Sembrava potessimo qualificarci anche prima invece, dopo la vittoria per 2-0 con la Serbia dello scorso marzo, siamo misteriosamente affondati ed il Belgio ha avuto giustamente la meglio su di noi per la corsa alla qualificazione diretta. Le due gare di spareggio sono state molto dure e combattute e ne approfitto per congratularmi pubblicamente anche con i nostri avversari per tutto l’impegno che hanno dimostrato sul campo, onorando al meglio la loro Nazione. Ma di fronte hanno trovato una Croazia che ha dimostrato di essere una grande squadra, compatta e desiderosa di poter competere a testa alta in una competizione unica come il Mondiale”.

A dispetto della gara di andata, il ct Kovac ha dato a Mateo la possibilità di scendere in campo dall’inizio nella sfida decisiva: “L’ho saputo durante la riunione tecnica che si è tenuta qualche ora prima della partita. I sentimenti erano molteplici anche se quelli predominanti erano tensione e nervosismo per l’enorme posta in palio. A rendermi immediatamente più tranquillo sono stati soprattutto i giocatori più esperti della squadra come Mandzukic, Modric, Srna e Corluka spiegandomi come loro avessero completa fiducia in me e che, se avessi giocato come sono capace, non ci sarebbero stati problemi. Devo ringraziarli tantissimo per l’aiuto che mi hanno dato e se ora siamo tra le prime trentadue squadre del mondo il segreto sta proprio all’interno di questo splendido gruppo di ragazzi”.

Il numero 10 nerazzurro ha sfoderato una prestazione maiuscola, chiusa con la personale standing ovation al momento della sua sostituzione: Penso sia una cosa che porterò dentro di me a vita. E’ molto difficile spiegare cosa ho provato in quei secondi, sono emozioni veramente forti ed uniche. Posso solo dire che tutto è andato tutto per il meglio ed il fatto di aver raggiunto la qualificazione nello stadio dove sono cresciuto ha reso la serata ancora più magica. Un biennio fatto finora di grandi soddisfazioni nel quale un ringraziamento personale lo riservo al nostro ex ct Stimac, tecnico che mi fece esordire a soli 18 anni contro la Serbia e che avrà sempre un posto importante nella mia carriera. Ora l’obiettivo sarà quello di prepararci tutti per poter onorare al meglio la nostra gente anche in Brasile.

 

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