Stava filando tutto per il meglio, ma una rete di Renan al 90′ ha guastato la festa di Erick Thohir alla sua prima apparizione alla “Scala del calcio” da presidente nerazzurro. Per l’occasione, il magnate indonesiano aveva invitato al “Meazza” tutti gli ex giocatori dell’Inter (senza alcuna distinzione d’importanza). Tanti nomi illustri del passato hanno risposto all’invito, a partire dai vari Mazzola, Suarez, Boninsegna e Beccalossi, passando dallo “Zio” Bergomi, da Ferri e Pagliuca, fino ad arrivare ai più recenti Toldo, Materazzi, Figo e Stankovic. All’appuntamento non poteva mancare neanche uno degli idoli del popolo interista: Nicola Berti, che ha confessato le proprie emozioni ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
“Ogni volta che ritorno a San Siro, vado via stordito dalle emozioni. Ma quello di ieri non è stato un pomeriggio come gli altri. Quell’ovazione dell’intero stadio in risposta allo speaker che pronunciava il mio nome la conserverò per sempre nel mio cuore. Un’emozione ancor più grande di quella provata nel giorno del centenario. Eppure ci torno spesso al Meazza. Con i figli a vedere le partite, proprio come ieri. Tra me e il popolo nerazzurro è sempre stato amore vero, sincero. E questo sentimento ricambiato mi riempie di orgoglio. I tifosi sanno cos’è stata l’Inter per me e cosa è ancora oggi. Sanno che non mi sono mai risparmiato per la maglia, mi sono sempre battuto con passione fino a farmi male per il bene dell’Inter”.
Successivamente, l’attenzione si sposta su quella che è stata la partita contro la Sampdoria di Mihajlovic: “E’ stata una festa bellissima rovinata solo in parte dal risultato. Eppure per mezzora ho visto una grande Inter, con un’identità di gioco, con un’anima arrembante e coinvolgente proprio come piace a Mazzarri. Peccato non sia riuscita a trovare un altro gol che avrebbe chiuso la sfida prima di subire un vistoso calo fisico, come poi ha evidenziato un brutto secondo tempo. Però la giornata di ieri sarà sicuramente servita al neo presidente Erick Thohir per capire cosa significa essere alla guida dell’Inter, quanta passione muove questa squadra nell’anima dei propri tifosi e di fatto quanto ci sarà da lavorare per riportare l’Inter nell’élite del calcio europeo”.
Berti, poi, lascia in eredità anche qualche consiglio per la nuova dirigenza: “La base è buona, ma è chiaro che servirà subito potenziare il gruppo a disposizione di Mazzarri. A gennaio urgono tre innesti per puntellare la rosa e regalare al tecnico quelle alternative di cui ha bisogno per cambiare la partita in corso d’opera. C’è bisogno di un attaccante di spessore che faccia rifiatare un po’ Palacio, giocatore che adoro e che non si risparmia mai. Poi servirebbero due Berti, ossia due giocatori che abbiano corsa, cuore, voglia di aggredire gli spazi e di lasciare il segno, finalizzando il concetto di “far male”, sportivamente parlando, all’avversario. Poi ci sarà un’estate intera a disposizione per trovare i giocatori giusti per il salto di qualità”.
Infine, la chiusura è tutta dedicata al nuovo proprietario: “E’ stato bello ritrovarsi nel nostro tempio con tanti amici del passato, uomini e calciatori che hanno reso grande questa società. Ed è stato anche particolare vedere il vecchio presidente e il nuovo insieme, seduti l’uno accanto all’altro, a soffrire per la squadra. L’emozione era nell’aria e non avrà lasciato insensibile Thohir: San Siro è in assoluto uno dei tre stadi più belli del mondo e da sempre ribolle di passione. Erick sa che la sua vita ora è cambiata. Ci sarà da lavorare senza sosta per far felice il popolo nerazzurro”.
This post was last modified on 2 Dicembre 2013 - 19:36