Nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni di Olè, Esteban Cambiasso ha parlato a lungo anche della nazionale argentina.
Cosa c’è di vero su un tuo possibile ritorno nella Seleccion?
“Per me è solo una voce. Ho letto e sentito quanto è stato detto, ma non ho molto da aggiungere”.
Sabella ti ha chiamato?
“No, niente affatto”.
Vi siete mai visti da quando è ct?
“Sì, tempo fa alla Pinetina, quando è venuto a parlare con alcuni miei compagni che di solito rientrano nelle convocazioni”.
E cosa ha detto?
“Abbiamo parlato come fanno due persone di calcio. L’ho salutato perché quando io ero nelle giovanili, lui era l’assistente di Passarella”.
Anche se Sabella non ti ha detto nulla, ti piacerebbe essere nel gruppo che prenderà parte alla spedizione brasiliana?
“Mi piacerebbe, ma per ora non riesco a immaginarlo. Non esiste nessun giocatore al mondo che non giocherebbe volentieri la Coppa del Mondo. Ma non c’è nulla di reale a sostegno di questo desiderio”.
In questi giorni in Argentina hai percepito l’affetto della gente in merito a un tuo possibile ritorno in nazionale?
“Sono rimasto sorpreso per il clamore che si è creato. Soprattutto quando l’altro giorno sono stato alla partita d’addio di Gabi Milito e non mi aspettavo che si potesse parlare così tanto della Seleccion. Mi sembrava quasi un argomento forzato. In ogni caso la gente ha sempre riconosciuto tutto quello che ho fatto”.
Sei stato campione in Argentina, Spagna, Italia e con le nazionali giovanili. Pensi che il Mondiale possa essere la ciliegina sulla torta?
“Sarebbe molto più di una semplice ciliegina sulla torta. La ciliegina è qualcosa che funge da coronamento. Invece la Coppa del Mondo è qualcosa che tutti noi sogniamo, qualcosa per cui daremmo tutto. Ma so che è difficile”.
Le tue prestazioni sono sempre state uniformi nel corso degli anni. Cosa pensi che ti manchi per tornare in Nazionale?
“Il calcio è diverso da altri sport. Devi giocare bene e devi essere apprezzato dall’allenatore, dai dirigenti e dai tifosi. Nella Nazionale devi essere gradito da chi sceglie, cioè il commissario tecnico. Mi è capitato di restare fuori dalla Coppa del Mondo 2010 dopo aver vinto tutto quello che era possibile vincere con la mia squadra. Per fortuna, nella mia carriera, quasi tutti gli allenatori mi hanno scelto. Fatta eccezione per quel Mondiale”.
Come hai vissuto quell’esclusione?
“Con tranquillità, perchè era una decisione che non dipendeva da me. Bisogna fare sempre il massimo per offrire prestazioni di livello, ma poi la scelta spetta ad altri, quindi non si può fare molto. E’ inutile chiedersi ‘perchè?’. Uno può essere nervoso se non è riuscito a fare qualcosa, ma se si è certi di aver fatto tutto il possibile, allora è normale dormire sonni tranquilli. Ovviamente mi sarebbe piaciuto essere in Sudafrica, ma ormai stiamo parlando del passato”.
Sabella ha detto che nella sua lista c’è un giocatore che non ha mai convocato. Speri di essere tu?
“Io voglio solo giocare e dare il massimo, poi si vedrà. Spero di avere un’altra possibilità di tornare nella Seleccion, perchè giocare con la maglia albiceleste è una delle più grandi soddisfazioni che si possa avere”.
Pensi di avere qualche chance in più per il fatto di essere un volante che sa fare gol e che può ricoprire diversi ruoli e compiti?
“Penso che dopo così tanti anni ormai mi conoscano tutti. Sanno quello che posso dare ed è difficile avere sorprese. Se l’allenatore pensa che io possa dare un contributo anche solo per 5, 10, 15 minuti, sa quello che posso offrire”.
Quando parli con Alvarez, Campagnaro e Palacio, i tre che sono sempre convocati, cosa ti raccontano?
“Che stanno bene e si vede. Seguo la Seleccion da tifoso anche quando non sono convocato. Sempre. E’ impossibile non seguirla e c’è un’idea molto chiara di quello che è l’ambiente. C’è la tranquillità giusta per lavorare e questo è un bene. Loro me l’hanno confermato e non posso che essere felice”.
Si parla di una Seleccion con grande potenziale offensivo ma con qualche difficoltà di troppo in fase difensiva. Sei d’accordo?
“Penso che il potenziale offensivo dell’Argentina sia unico. E’ molto difficile trovare un’altra nazionale con così tante varianti e soluzioni offensive. E’ normale quindi soffrire un po’ dietro perchè c’è una squadra che è a trazione anteriore. Ma non ho visto problemi difensivi allarmanti. I risultati ottenuti finora sono positivi e bisogna avere una visione ottimistica”.
Vedi meglio l’Argentina rispetto al 2006 e al 2010?
“E’ difficile fare confronti. La Seleccion arriva bene a questo Mondiale, mi piace la squadra. E’ un gruppo che crea paura nell’avversario e questo è positivo. L’importante è mantenere le aspettative, soprattutto nelle prime partite perchè il Mondiale fa storia a sè e tutto quello che accade prima non vale”.
E’ strano che tu venga messo in discussione avendo il record di titoli vinti per un giocatore argentino (23, ndr)…
“Il mio record è una soddisfazione, un onore. In un paese come il nostro non è facile, visto il numero di campioni che abbiamo. Sono convinto che Messi presto raggiungerà e supererà il mio primato. Quindi si tratta solo di una soddisfazione momentanea. Ed essere superati da un giocatore come Leo sarà un piacere perchè sarà la dimostrazione del buon lavoro che ho fatto”.