Nel corso delle ultime stagioni, in molti hanno criticato l’operato degli uomini mercato nerazzurri, rei di aver investito malamente le poche risorse finanziarie messe a disposizione dalla società in un momento economico poco felice. In realtà gli uomini di Massimo Moratti non hanno fatto altro che scommettere su innesti low cost da introdurre nella rosa con la speranza di aumentarne il tasso tecnico. Questo è accaduto soprattutto con talenti del calibro di Philippe Coutinho, Ricky Alvarez e Mateo Kovacic, giovani di belle speranze catapultati in una realtà probabilmente ancora troppo importante ai tempi del loro sbarco a Milano.
Quello che sin dall’inizio ha fatto intravedere tutta la sua classe è stato certamente il fantasista brasiliano classe ’92, poi venduto (nel gennaio 2013) al Liverpool per una cifra vicina ai 12 milioni di euro. Anche Kovacic, arrivato all’Inter appena maggiorenne, si è imposto ben presto nello scacchiere di Stramaccioni, risultando una delle poche note liete della scorsa stagione. Dopo un paio di annate di rodaggio, con l’avvento di Walter Mazzarri, i tifosi nerazzurri hanno potuto gustarsi finalmente tutta la classe di Ricky Alvarez. Il trequartista argentino sta completando quel percorso di crescita avviato con Stramaccioni e che, negli ultimi mesi, gli ha permesso di diventare un elemento fondamentale dello scacchiere nerazzurro.
Schierato sia da seconda punta che da mezzala, Ricky ha preso per mano la squadra regalando giocate di classe, ma soprattutto gol e assist decisivi. La palla sradicata dai piedi di Chiellini in Inter-Juventus e regalata a Mauro Icardi per il gol del momentaneo 1-0 è l’emblema di tutte le qualità dell’ex Velez, capace di aggredire e ripartire, innescando le punte.
Dopo aver chiuso il 2013 in crescendo, Alvarez adesso è chiamato a certificare definitivamente la sua maturazione nell’anno che sta per cominciare. Il centrocampista argentino è cresciuto tantissimo, sia tatticamente sia psicologicamente, diventando uno dei punti fermi dell’undici di Mazzarri. Da trequartista o da mezzala, l’argentino ha deluso raramente facendo spesso la differenza. Adesso il tecnico toscano si aspetta un ulteriore salto di qualità, con la speranza che l’ex Velez possa guidare l’Inter verso il terzo posto e diventare ufficialmente uno dei simboli del nuovo corso.
This post was last modified on 1 Gennaio 2014 - 16:13