Tutti ai blocchi di partenza, riaprono finalmente i battenti del calciomercato. In verità, non sembrano essersi mai del tutto chiusi: tante parole e fiumi d’inchiostro sono stati impiegati, in questi ultimi quattro mesi, per congetturare e provare ad anticipare, più o meno realisticamente, le strategie di ciascuna società. Il confine tra la verità e la classica “bufala“, però, è sempre più labile e cercar di far chiarezza può risultare, spesso, un’impresa assai ardua.
Parola d’ordine: correre ai ripari. Cogliere le opportunità che il mercato potrà offrire per colmare le lacune rese evidenti da queste prime diciassette giornate di campionato e rincorrere con più convinzione i propri obiettivi stagionali.
In casa nerazzurra, sarà il primo vero banco di prova per Erick Thohir. Nel 1995, quando Moratti rilevò la società, iniziò la sua avventura portando all’ombra del Duomo giocatori del calibro di Zanetti, Roberto Carlos e Ince. I tifosi della Beneamata, in trepidante attesa, si augurano che l’indonesiano non sia da meno: i paragoni con i propri predecessori, nel calcio, sono sempre d’attualità.
Le parole “autofinanziamento“ e “risanamento del bilancio“ rimangono le più in voga, ma se si presentasse la giusta occasione e questa rientrasse entro i parametri stabiliti dai nuovi proprietari, la regola generale potrebbe ammettere un’ unica eccezione. A tal proposito, la domanda giunge spontanea: Lamela si o Lamela no? “Lamela forse” sembrerebbe essere attualmente la risposta più consona. Il condizionale, quando si parla di calciomercato, è d’obbligo, ma i presupposti per l’acquisto dell’argentino ci sono tutti.
L’arrivo del “Coco” darebbe a Mazzarri la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di varianti tattiche: l’ex River Plate potrebbe essere impiegato sia dietro la punta nello schema abituale, sia come esterno d’attacco in un più spregiudicato 3-4-3. Il suo estro, inoltre, conferirebbe maggiore imprevedibilità alla manovra offensiva e consentirebbe un’impostazione del contropiede più fluida e veloce, viste le attuali difficoltà della squadra ad accompagnare con rapidità l’azione d’attacco.
A livello economico, i 30 milioni (più 5 di bonus) versati dagli Spurs nelle casse romaniste rappresentano, in realtà, una montagna difficile da scalare per qualsiasi club di Serie A. Alcune considerazioni renderebbero, però, la salita da percorrere meno ripida. Da Villas Boas a Tim Sherwood: Lamela fatica a trovare un posto da protagonista tra le fila dei londinesi e, maggiore è il tempo che l’argentino passa seduto in panchina, maggiore sarà la minusvalenza cui andrà incontro il Tottenham in caso di cessione del cartellino. Limitare i danni potrebbe essere una scelta più saggia e l’affare si chiuderebbe così ad una cifra inferiore rispetto a quella suddetta. La formula in discussione è quella del prestito con diritto di riscatto e i fondi da utilizzare per l’operazione deriverebbero in gran parte dalla cessione di Guarin.
L’ingaggio del giocatore è alla portata dei nerazzurri (2,4 milioni ndr) e la sua volontà è quella di esprimersi con continuità per rilanciarsi in vista degli ormai prossimi Mondiali in Brasile. L’ideale sarebbe giocare in una squadra piena di connazionali, come l’Inter, e in un campionato che conosce bene, come quello italiano.
Il ritrovato entusiasmo della piazza e la fiducia dei tifosi nerazzurri nel nuovo presidente e nel suo progetto sarebbero, infine, due conseguenze dirette dell’operazione di mercato: il modo più semplice per accattivarsi, sin da subito, le simpatie dell’intero popolo interista.