Quello che l’Inter sta attraversando in questo inizio 2014 sembra essere un tunnel senza fine. La vittoria ottenuta nel derby prima della pausa natalizia si è rivelata quasi una maledizione, tanto che, dopo aver prevalso sui cugini, i nerazzurri hanno collezionato due soli punti in quattro partite, andando a segno un’unica volta grazie al guizzo di Nagatomo nel match casalingo contro il Chievo.
Da vera e propria macchina da gol, la banda di Mazzarri si è trasformata repentinamente in una squadra priva di idee e di gioco. Neanche le variazioni tattiche apportate nelle ultime partite, con una presenza più folta di elementi offensivi, sono servite a ritrovare la via del gol e della vittoria: Palacio sta pagando un comprensibile calo fisico dopo aver eroicamente retto da solo il peso dell’attacco per tutto il girone di andata; il neo acquisto Icardi, nonostante un avvio più che positivo, bagnato anche dall’importantissimo gol messo a segno contro la Juve (il primo della sua avventura in maglia nerazzurra), si è perso per strada, ostacolato a più riprese da guai fisici che ne hanno condizionato la crescita; infine Diego Milito, ancora lontano da uno stato di forma ottimale dopo un 2013 trascorso quasi interamente ai box. A questi si aggiungono un Ricky Alvarez meno brillante rispetto alla prima parte di stagione e un Fredy Guarin logicamente distratto dalle voci di mercato che lo vedono protagonista da almeno una settimana a questa parte.
Ma, al di là delle prestazioni individuali, a preoccupare l’allenatore toscano è soprattutto la crisi tecnico-tattica che sta vivendo la squadra. Da ormai un mese non si vede più quella fluidità di manovra su cui Mazzarri aveva impostato i primi mesi della sua gestione. Se è vero che, trattandosi di “anno zero“, nessuno si è permesso di fissare un traguardo minimo da raggiungere, è però comprensibile che i tifosi si aspettino passi in avanti dal punto di vista della crescita del gioco.
La risposta più importante in questo senso dovrà arrivare dal campo e chissà che il derby d’Italia di domenica sera non sia l’occasione giusta per provare a rivedere la luce.
Filippo Mauro