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Chivu si arrende ai problemi fisici: addio al calcio dopo aver scritto la storia con i colori nerazzurri

Cristian Chivu lascia il calcio giocato. Troppi i problemi fisici – purtroppo una costante nella sua carriera – che in questi ultimi anni ne hanno condizionato pesantemente le prestazioni, costringendolo a finire più di una volta sotto i ferri e limitandone il numero di presenze in campo.

L’annuncio è arrivato ieri tramite il suo agente che, ai microfoni di una tv rumena, ha dichiarato: “Cristian si ritirerà. Il fatto di dover prendere dei soldi senza giocare lo fa vergognare tantissimo, non vuole continuare così”. Dopo averle tentate tutte per cercare di tornare in campo, Chivu ha dimostrato ancora una volta di essere un vero professionista, anticipando di sei mesi la fine del proprio contratto per non gravare più sulle casse di una società che tanto gli ha dato (e a cui lui ha dato altrettanto). Già qualche anno fa, il difensore rumeno fu uno dei pochi ad accettare di spalmare il suo contratto pur di restare in nerazzurro; forse l’ennesimo errore di pianificazione della società, ma anche l’ennesima dimostrazione d’amore per quella maglia che ha difeso spesso a denti stretti, accettando di scendere in campo anche quando non era al meglio della condizione.

Arrivato all’Inter nell’estate del 2007 dopo una lunga e difficile trattativa con la Roma, Chivu è stato voluto fortemente da Roberto Mancini, che ne apprezzava la duttilità e il mancino educato. In poco tempo, il numero 26 nerazzurro è diventato uno dei protagonisti della storia del club, con cui ha vinto 3 scudetti ( 2007/08, 2008/09 e 2009/10), 2 coppe Italia (2009/10 e 2011/12), 1 Champions League (2009/10), 1 Mondiale per Club (2010/11) e 2 Supercoppe italiane (2008/09 e 2010/11).

Al di là del palmarès, rimarrà nei cuori di tutti gli interisti il ricordo dell’infortunio alla testa subito nella gara contro il Chievo, svoltasi il giorno dell’epifania del 2010. Uno spavento per il giocatore e per tutti i tifosi: una frattura al cranio che lo costrinse ai box per ben 3 mesi e lo obbligò, da quel momento in poi, a scendere in campo con un caschetto protettivo. La forza e la professionalità del giocatore lo portarono comunque a diventare uno dei protagonisti del Triplete, senza impedirgli di vivere da titolare la storica notte del 22 maggio 2010 al Bernabeu.

Per lui si parla di un futuro nella federazione rumena e siamo sicuri che da grande uomo qual è, dentro e fuori dal campo, non verrà mai dimenticato dai suoi tifosi, che possono solo augurargli il meglio per l’inizio di questa nuova fase della sua vita.

Grazie di tutto, Cristian!

 

Simone Calice

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redazione