Ambizione e forza del gruppo: ecco i segreti della Roma di Rudi Garcia

Sabato sera andrà in scena l’interessante anticipo della 26^ giornata che vedrà di fronte un’Inter in cerca di punti e importanti certezze per il proprio futuro contro la sorprendente Roma di Rudi Garcia, squadra solida e ormai estremamente convinta di poter competere fino in fondo con la Juventus per la lotta allo scudetto.

La formazione giallorossa quest’anno ha avuto un’eccellente cambio di marcia rispetto alle stagioni precedenti dimostrando giornata dopo giornata un impianto di gioco sempre più organizzato, grande qualità e spirito di sacrificio nei propri interpreti e soprattutto un’impressionante continuità di rendimento, vero e proprio limite nel recente passato di questa società.

Durante lo scorso mercato estivo le cessioni di Erik Lamela, Marquinhos e Daniel Osvaldo portarono nelle casse giallorosse un tesoretto di circa 85 milioni di euro utili per rinforzare la squadra, ma mai scelta fu più azzeccata nella ricerca di un nuovo tecnico capace di capire perfettamente le esigenze della rosa e individuare quei giocatori in grado di fare la differenza a livello tecnico e carismatico.

L’arrivo di giocatori di esperienza in cerca di riscatto come Maicon, De Sanctis e Gervinho abbinati alla classe e alla voglia di consacrarsi a grandi livelli dei vari Benatia, Strootman, Nainggolan e Ljajic (l’unico finora sottotono) hanno fatto da traino anche ad elementi quali soprattutto Daniele De Rossi e Miralem Pjanic, totalmente ritrovati dopo le incomprensioni avute durante la vecchia gestione Zeman.

La grande bravura di Rudi Garcia è stata quella di creare subito una forte empatia con tutti i giocatori a sua disposizione, trasmettendo a ognuno di loro mentalità vincente, ambizione giusta autostima per poter condurre al meglio una stagione da protagonisti. Forza del gruppo che ha portato subito alla striscia record di dieci vittorie consecutive in altrettante giornate di campionato e che ha permesso alla squadra di essere ancora oggi l’unica e vera antagonista della Juventus.

La predilezione per il 4-3-3 e la continua voglia di condurre il gioco con un possesso di palla mirato ad accendere le varie frecce offensive dell’arco (in primis la velocità di Gervinho) sono il marchio di fabbrica del tecnico transalpino entrato in punta di piedi nel nostro campionato ma estremamente smanioso di farne la storia.

 

 

 

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