Parlando dei momenti più belli della sua carriera, durante la puntata di “InterNos” su Inter Channel, Fredy Guarin non può sorvolare sulla vicenda capitata sul fronte Inter-Juventus durante la sessione invernale del calciomercato che ha rafforzato il legame con il Club nerazzurro: “E’ stato un segnale del destino importante. Era la seconda volta che succedeva. Anche quando sono arrivato all’Inter, avevo la possibilità di andare a Torino e il fatto che per la seconda volta sono rimato qui è qualcosa di importante. Adesso sono qui, penso all’Inter. Quello che è successo è successo ed è passato. I tifosi mi sono sempre stati vicino, io sento che quando le cose si fanno con il cuore loro ti capiscono e io credo che capiscano quello che io penso perchè lo faccio vedere subito. Se io non sto bene in campo si vede subito, se sto bene e sono felice, faccio il mio meglio: il campo è l’unica maniera che ho per dimostrare tutto“.
Poi sulla scelta numero del numero 13: “E’ il numero che è piaciuto da sempre a mio papà e quando sono arrivato nella nazionale colombiana under 17 ho iniziato a usare questo numero e ho continuato a portarlo quando era possibile”. E sui giocatori a cui si è ispirato: “Ho sempre avuto due modelli: Patrick Vieira e Ronaldo, il fenomeno, che per me mio papà e mio fratello è sempre stato colui a cui guardare per quello che ha fatto”.
Con il Guaro si parla anche del prossimo Mondiale e della sua nazionale, la Colombia: “Spero di arrivare il più lontano possibile. Abbiamo conquistato una qualificazione importante, abbiamo fatto cose importanti, siamo riusciti ad alzare il livello di ogni giocatore nelle proprie squadre e abbiamo tutto per fare bene, ma con tanta responsabilità sulle nostre spalle”. E sulla possibilità di arrivare quarti in classifica: “Sarebbe un posto importante per quello che si sta facendo e quello che si è fatto l’anno scorso. Speriamo di poter conquistare quel posto. Champions League? Mi piacerebbe tantissimo giocarla, è una competizione che dà tanta motivazione, ho tanta voglia di poterla vincere”.
Si parla anche della vita dentro le mura del centro sportivo “Angelo Moratti”: “Vado d’accordo con tutti i miei compagni. Adesso il mio compagno di stanza è Mauro Icardi, ma sto tanto anche con Palacio, Jonathan, Ranocchia. Se riesco a dormire la notte prima della partita? Se ci penso troppo non riesco a dormire subito. A che cosa si pensa? Al video che abbiamo visto sui nostri avversari, al giocatore che mi troverò di fronte e sempre, ma dico sempre, si immagina il prossimo gol e che cosa faresti quando ti arriva la palla. Si diventa leader giorno dopo giorno, non solo dentro il campo ma anche fuori. Penso che l’uomo che c’è dentro ognuno di noi è importante”.
Fonte: inter.it