La sua avventura con la maglia dell’Atalanta era iniziata in modo memorabile: doppietta contro la Roma, nel febbraio del 2013, nella gara d’esordio dal primo minuto. I due gol messi a segno da Marko Livaja in quell’occasione fecero letteralmente sfregare le mani ai dirigenti della Dea, sempre più convinti di essersi aggiudicati (in comproprietà, ndr) un piccolo fenomeno; dall’altra parte, invece, ci fu la reazione contraria del mondo Inter, che vedeva sbocciare altrove un ragazzino messosi già in mostra con la Primavera e, nel contempo, si trovava ad assistere alle deludenti prestazioni di Schelotto (arrivato a Milano nello scambio con la punta croata).
L’idillio tra Bergamo e l’allora 19enne ex Cesena, però, durò poco. In quella prima metà di stagione trascorsa sotto la guida di Stefano Colantuono, l’eclettico centravanti si prese le prime pagine dei giornali solo in un’altra circostanza per un pugno scagliato in allenamento a un proprio compagno di squadra e relativa sospensione da parte della società orobica.
Con la fine del campionato e la riapertura del mercato, Inter e Atalanta hanno deciso di rinnovare la compartecipazione per l’attuale stagione. Ma la storia si è ripetuta.
Inizio da favola per il giovane Marko, che sigla una doppietta nel primo impegno ufficiale dell’Atalanta in Coppa Italia contro il Bari. Le sue qualità tecniche gli permettono di trovare una certa continuità, agevolato anche dallo spregiudicato 4-3-3 proposto dal tecnico dei bergamaschi. Nelle prime tredici giornate di campionato, il baby gioiello di Spalato vede il campo undici volte – in sei occasioni da titolare – trovando la via della rete nella sconfitta per 4-3 contro il Parma e, risultando decisivo, nel 2-1 contro il Bologna.
Da quel momento in poi blackout totale, con zero gol all’attivo ma, soprattutto, con poco più di cento minuti giocati nelle restanti diciannove giornate di Serie A. Ad influire sul suo rendimento ci hanno pensato anche gli scarsi risultati ottenuti dai nerazzurri ad inizio campionato, con pochi punti raccolti che hanno costretto Colantuono a ritornare al più coperto ed affidabile 4-4-1-1, con gli intoccabili Moralez e Denis come punti di riferimento in avanti .
Il periodo di involuzione che rischia di compromettere il percorso di crescita di questo giovane talento è testimoniato non solo dai numeri, ma anche dal suo comportamento, caratterizzato ancora una volta da un episodio (si rifiutò di effettuare il riscaldamento nei minuti finali di Udinese-Atalanta) che gli è costato l’esclusione dalla rosa per due settimane nel mese di marzo e il “sorpasso” nelle gerarchie dell’attacco neroblu da parte del compagno De Luca, bravo a sfruttare le occasioni concessegli da Colantuono.
A questo punto, dopo un campionato e mezzo tra pochi alti e troppi bassi, sembra arrivato il momento di voltare pagina, per il bene del calciatore e delle squadre che ne detengono il cartellino. Proprio in quest’ottica, va registrato il forte interesse del Torino di Urbano Cairo, pronto ad accoglierlo in granata dalla prossima estate. Il tecnico dei piemontesi, Giampiero Ventura, potrebbe così accettare quest’altra delicata sfida, dopo aver dimostrato con Alessio Cerci di saper disciplinare e valorizzare al meglio anche talenti apparentemente ingestibili.
Chissà che non sia proprio questa la strada giusta per il giovane Marko.
This post was last modified on 15 Aprile 2014 - 03:56