Ospite di Nagaja Beccalossi per Drive Inter, Mauro Icardi si è raccontato ai microfoni di Inter Channel. Ecco le parole del numero 9 nerazzurro:
Che emozione è stata realizzare una doppietta al Meazza?
“E’ una grande emozione, ma la gioia più grande è stato il gol segnato contro la Juventus, sotto la nostra curva”.
Hai un gol che ti è rimasto particolarmente nel cuore?
“Sicuramente quello segnato nel derby a Genova. E, come ho detto, quello segnato con l’Inter alla Juve”.
Cosa ti chiedono i tifosi?
“Di fare gol. Mi fanno anche tanti complimenti, ma sono molto esigenti (sorride, ndr). In ogni caso ho un rapporto bellissimo con i tifosi. Già dal ritiro di Pinzolo mi hanno sostenuto. Forse perchè sono giovane e pensano possa avere una lunga storia qui”.
Ti piace Milano?
“Sì, è una bellissima città. Anche se mi manca un po’ il mare”.
Sei vanitoso?
“Sì, mi piace vestirmi bene ed essere sempre a posto prima di uscire. Penso non sia un male per nessuno”.
Cosa ti manca di Genova?
“E’ una città tranquilla. Non facevo tante cose come qui a Milano. Penso che l’esperienza nella Samp sia stata importante per la mia carriera. Uno step necessario per trovare fiducia prima di approdare in un grande club come l’Inter”.
C’è stata una persona importante di altre per il tuo approdo in Italia?
“Devo ringraziare i miei genitori, che mi sono sempre stati vicini, anche quando ero a Barcellona. Poi il mio procuratore, che è quasi un fratello maggiore. Mi ha scoperto alle Canarie e mi ha fatto fare le cose giuste al momento giusto”.
Cosa ti ha spinto a lasciare il Barcellona?
“Ho imparato tante cose nella cantera blaugrana, ma loro hanno un gioco diverso. Un attaccante come me avrebbe avuto qualche difficoltà in più. Non sarei riuscito a stare in un club dove avrei trovato poco spazio”.
Avevi un bel rapporto con Messi…
“L’ho conosciuto una sera durante un allenamento al Camp Nou. L’ho aspettato fuori dallo stadio per ringraziarlo di una foto che mi aveva mandato per convincermi a venire al Barcellona. Da lì è cominciato il nostro rapporto di amicizia”.
Speri ancora nel Mondiale?
“Sono giovane e non devo aver fretta. Se il mister mi chiama, sono pronto. Altrimenti non ne farò un dramma, anche perchè sono stato fuori 6 mesi per la pubalgia. Quindi sarebbe anche normale non rientrare nei convocati”.
C’è un compagno da cui hai imparato di più in questi anni?
“Quest’anno mi sono confrontato molto con Palacio e Milito. Sono due grandi campioni e c’è sempre qualcosa da imparare da giocatori così. In ogni caso, cerco di rubare qualche segreto a tutti”.
All’Inter hai trovato un folto gruppo di argentini…
“E’ stato uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare l’offerta dell’Inter. Ci sono tanti compagni che parlano la mia lingua e che mi hanno aiutato nell’inserimento”.
A che età hai iniziato a giocare a pallone?
“Mio padre mi ha buttato in campo quando avevo 4-5 anni. All’inizio, in realtà, non mi piaceva tanto. Stavo fermo in mezzo al campo e non volevo giocare (sorride, ndr). Poi ho vissuto il calcio più come un hobby, ma quando ho visto che avevo doti importanti ho iniziato a pensare potesse diventare la mia professione”.
Hai qualche rimpianto?
“No, perchè quello che faccio è sempre una mia volontà”.
Tre parole per descriverti?
“Simpatico, affettuoso e testardo”.
This post was last modified on 13 Aprile 2014 - 05:37