Sei punti conquistati nelle delicatissime trasferte di Genova (sponda blucerchiata) e Parma a dispetto delle quattro precedenti partite senza successi giocate contro avversari sicuramente meno temibili. Questo è il ruolino di marcia dell’ultimo mese di campionato dell’Inter di Walter Mazzarri, capace di rifilare quattro gol alla Sampdoria e due reti ai gialloblu di Donadoni ma inceppatasi nei precedenti match contro Atalanta, Udinese, Livorno e Bologna (tre pareggi e una sconfitta, ndr).
Un cammino che, classifica alla mano, lascia l’amaro in bocca alla compagine nerazzurra, posizionata attualmente al quinto posto a solo due lunghezze dalla Fiorentina di Vincenzo Montella. Inevitabile pensare, infatti, che con un po’ più di concentrazione e fortuna certe partite sarebbero potute terminare in modo diverso, regalando a tutto il popolo nerazzurro un finale di campionato sicuramente più emozionante.
Inutile, però, aggrapparsi ai “se” e ai “ma”. Così, a quattro giornate dal termine, non resta che concentrare l’attenzione sugli ultimi 360 minuti che restano ancora da giocare. Il calendario, stando agli ultimi risultati dell’Inter – dimostratasi più in palla con le “grandi” e maggiormente in difficoltà con le “piccole” -, sembra in questo senso meno preoccupante di quanto si potesse pensare visto che la Beneamata affronterà il Napoli, poi il Milan nel derby, la Lazio alla penultima giornata e infine il Chievo al “Bentegodi”.
A giochi conclusi si tireranno le somme e, soprattutto, ci sarà da capire il perché di questi continui blackout contro squadre meno blasonate. La risposta a questa domanda sarà fondamentale per stilare gli obiettivi della prossima stagione, un’annata in cui non potranno più esserci certi passi falsi se si vorrà tornare a competere per i primi tre posti.
Stando a quello che si è visto fin qui sul rettangolo verde, il problema maggiore di questa Inter sembra riguardare la scarsa fluidità di gioco: la squadra di Mazzarri, infatti, si ritrova spesso in grande difficoltà quando ha di fronte formazioni che si chiudono nella propria metà campo, pronte a chiudere tutti gli spazi e a ripartire in contropiede.
Una tattica che ha sempre contraddistinto le squadre guidate dall’allenatore toscano, ma che diventa effimera proprio quando sono gli stessi avversari a metterla in atto. Anche gli ultimi due successi, nonostante i rotondi risultati, non sono frutto di gare spettacolari e avvolgenti da parte dei nerazzurri, salvati in più occasioni dai super interventi di Handanovic e favoriti dall’inferiorità numerica dei rivali.
Potrebbe essere questo l’elemento su cui lavorare per far compiere all’Inter un ulteriore passo in avanti che gli permetta di tornare ad essere, quanto prima, di nuovo “grande” contro tutti.