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Tanta qualità, altrettanti limiti: luci e ombre del Napoli di Rafa Benitez

La vittoria del “Tardini” ha lanciato prepotentemente l’Inter verso la conquista dell’Europa League e ora gli uomini di Mazzarri si ritrovano con cinque punti di vantaggio su Parma e Milan, nonostante le cinque vittorie consecutive inanellate dai rossoneri. Il derby del prossimo 4 maggio potrebbe risultare decisivo per la corsa all’Europa, ma prima di allora l’Inter sarà attesa da una nuova prova di forza: sabato sera a San Siro arriverà il Napoli di Benitez.

La formazione partenopea è reduce dal pareggio di Udine e da una prestazione che è stata nuovamente emblema dei limiti di una stagione condotta al di sotto delle aspettative. Nello scorso campionato gli uomini allenati dal grande ex del match, Walter Mazzarri, si sono piazzati in seconda posizione collezionando 78 punti e l’accesso diretto in Champions; ad oggi, con quattro giornate dal termine, gli azzurri hanno 10 punti in meno e un terzo posto blindato: certo non un magro bottino, ma i rimpianti per i numerosi punti persi per strada contro squadre di medio-bassa classifica sono tanti, soprattutto se si pensa all’enorme potenziale della rosa.

A dispetto di una piena maturità non ancora acquisita e di una mentalità vincente ancora da forgiare, Benitez può infatti contare su un temibilissimo reparto offensivo e su un centrocampo di qualità: se nella scorsa stagione era Cavani la punta di diamante, quest’anno gli arrivi di Higuain, Callejon e Mertens hanno portato a quattro i ‘tenori’ dell’orchestra azzurra, con un Hamsik in vistoso calo ma sempre indispensabile nell’economia di squadra; in mediana geometria e visione di gioco sono garantiti da Inler e dal nuovo acquisto di gennaio, la giovane stellina brasiliana Jorginho, mentre il lottatore Behrami garantisce corsa ed equilibrio.

La difesa è il reparto che ha maggiormente manifestato i propri limiti: l’arrivo di Raul Albiol non ha portato la solidità sperata e il tecnico ex Liverpool ha cambiato spesso i suoi interpreti, senza dimenticare il grave infortunio di Zuniga e le difficoltà fisiche di Maggio che lo hanno privato dei due terzini titolari.

Il 4-2-3-1 è il modulo privilegiato dall’allenatore spagnolo e ‘spagnola’ è anche l’impostazione del gioco: maggior possesso palla e tanta qualità in campo, idea lontana da quella vista negli anni scorsi.

Rispetto alla partita d’andata, persa 4-2 (e condizionata dall’espulsione di Alvarez), i nerazzurri dovranno contenere con maggiore attenzione i tenori azzurri e osare di più in avanti: allora Mazzarri si schierò con un 3-5-1-1 che, oltre a lasciare Palacio troppo isolato nella metà campo avversaria non garantì comunque quell’equilibrio e solidità imprescindibili per affrontare questo Napoli.

 

Antonio Simone

 

 

This post was last modified on 24 Aprile 2014 - 18:37

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redazione