Nell’edizione odierna, La Gazzetta dello Sport ha analizzato la situazione dei club europei in ottica fair play finanziario. Secondo la rosea, si starebbe avvicinando la resa dei conti, con l’Uefa pronta a comunicare promossi e bocciati, sulla base di una serie di parametri economico-finanziari che riguardano anche debiti e solidità patrimoniale.
Ma la regola-principe è quella del break-even, il pareggio di bilancio. Ogni squadra può spendere solo ciò che incassa, senza ricorrere ad aiuti illimitati dell’azionista. Per arrivarci sono previsti diversi step. Il primo: nelle ultime due stagioni (2011-12 e 2012-13) è consentita una perdita massima aggregata di 45 milioni. Analizzando i bilanci societari e «aggiustandoli» con le prescrizioni dell’Uefa, viene fuori che tra le principali squadre europee e italiane Paris Saint-Germain, Manchester City e Inter hanno sforato di parecchio il tetto del deficit tollerato; Chelsea, Liverpool e Roma ci rientrano solo grazie alla «clausola-stipendi», cioè la possibilità di escludere dai costi i contratti coi giocatori precedenti al 1° giugno 2010; tutte le altre, pur con le dovute differenze, sono ok. Disco verde per Arsenal, Barcellona, Bayern, Borussia Dortmund, Real Madrid, Manchester United e le italiane Juventus, Milan e Napoli. E pure per la Fiorentina, che ha appena approvato il bilancio al 31 dicembre 2013: ha chiuso con un utile pre-tasse di 1,5 milioni, dopo il +3,6 del 2012, quindi no problem.
Le sanzioni vanno dalla multa alla penalizzazione di punti fino all’esclusione dalle coppe. Pare che l’Uefa abbia proposto un patteggiamento a Psg e City. Se i club rifiutassero, i casi verrebbero rinviati alla commissione giudicante, con la possibilità di appellarsi al Tas. Occhio anche ai «terzi interessati» (tipo l’Everton) che potrebbero fare ricorso reclamando un posto in Champions in sostituzione delle cicale. Non tutte le società, comunque, verranno giudicate in questi giorni. Il monitoraggio è stato compiuto solo su quelle che hanno partecipato alle coppe sia nel 2011-12 sia nel 2012-13. L’Inter, per esempio, adesso non rischia nulla: parteciperà all’Europa League e, nel caso, verrà sanzionata tra un anno. Vale lo stesso per Liverpool e Roma, che hanno conti in bilico.
Guardando in casa nostra, la più brava di tutte è il Napoli, che chiude i conti in attivo da sette stagioni di fila (questa sarà l’ottava, ndr). Nel biennio 2011-13, i profitti sono stati di 40 milioni. Il Milan dell’austerity passa tranquillamente i controlli. Gli esercizi 2012 e 2013 si sono chiusi con perdite contenute (-14 in totale) grazie al taglio degli stipendi e alle plusvalenze. E considerando le eccezioni dell’Uefa si arriva addirittura a un segno più. La Juventus ha accumulato 57 milioni di perdite nelle ultime due stagioni, ma è premiata dagli investimenti nello stadio di proprietà. Anche eliminando i 15 milioni di ripristino del valore della library, il -23 finale è ampiamente al di sotto del limite. La gestione della Roma è squilibrata (tendenza, tuttaia, virtuosa come dimostra il -20 previsto quest’anno) e si rientra nei parametri soo con la scialuppa di salvataggio dei contratti pre-giugno 2010. Niente da fare per l’Inter, che perde 80 milioni all’anno: pur con tutti gli aggiustamenti, il bienno si chiude con un -92.
Fonte: La Gazzetta dello Sport