In un’intervista concessa ai microfoni de Il Giornale, Andrea Ranocchia ha parlato del suo presente e del suo futuro in maglia nerazzurra. Ecco le parole del difensore umbro, indicato da Piero Ausilio come possibile candidato per ereditare la fascia di capitan Zanetti.
Cominciamo da un complimento: il difensore più elegante della Serie A. Può bastare?
“No, lusingato per la stima, ma non può bastare e infatti ho fatto fatica a entrare nei trenta per il Brasile”.
Cosa serve ancora?
“Una squadra che vinca qualcosa. Da quando sono qui solo una Coppa Italia con Leonardo. Se giochi in una squadra che vince sei più seguito, viene naturale”.
Siete passati dal nono posto della scorsa stagione al quinto di quest’anno…
“A me non basta il quinto posto in campionato e so che non basta neppure a nessuno dell’Inter”.
Eravate partiti bene…
“Sì, credevamo tutti fosse la stagione buona, poi è arrivata la partita con la Roma alla settima giornata, non è stata giocata in modo disastroso, ma abbiamo perso 3-0 a San Siro e lì si è rotto qualcosa. Dai che ci riprendiamo, ma poi sotto Natale il 4-2 di Napoli. Tanti elogi, ma intanto ne avevamo presi 4. Lì mi sono convinto che era il livello mentale della squadra che era sceso. E quando succedono queste cose fai fatica a riprenderti”.
Le prestazioni di Ranocchia non erano fantastiche.
“Lo so. Ci pensavo in continuazione, ero giù fisicamente e di testa”.
Cosa si rispondeva?
“Non avevo voglia di parlarne, né qui ad Appiano, né in casa. Quando succedono queste cose, non ti viene voglia di parlare e finisce che va tutto storto. Cercavo di motivare la situazione e credevo fosse il mercato a tenermi giù. Non sentivo la società, non mi sentivo importante o stimato. Quando non avverti la fiducia della società tutto si complica. Sono un introverso, non sono stati momenti facili. Ero sul mercato e non perché lo scrivevano i giornali, ma perché lo sapevo”.
Problemi con Mazzarri?
“Non ho giocato per due mesi…”.
Qual era il problema?
“Tutto. Non c’era un motivo in particolare. Non ci si capiva”.
Poi?
“Poi è arrivata la partita di Firenze, abbiamo vinto e la storia è cambiata nuovamente, col Torino sono resuscitato, una delle migliori in assoluto, con la Lazio molto bene e così siamo arrivati a fine campionato”.
Con Mazzarri?
“Adesso va tutto bene”.
Chi ha fatto la prima mossa?
“Una parola, a volte, fa miracoli”.
Conquistato al 100%?
“Mazzarri si conquista con la continuità e con le buone prestazioni. Se vado male, ciao, saluto e vado in panchina. Giusto così”.
Il rilievo che sia bastato un mese per entrare nella pre lista di Prandelli, non significa nulla?
“No, per me significa tanto”.
E adesso?
“Adesso me la gioco”.
Con chi?
“Con Paletta”.
Vi conoscete?
“Ci siamo incontrati sul campo, niente di più”.
Adesso cosa succede?
“Spero che l’Inter mi chiami e mi dica: ‘resta con noi'”.
Altrimenti?
“Altrimenti significa che non sono riuscito a guadagnarmi la loro fiducia. Il Galatasaray? Quella era solo una soluzione per non perdere il Brasile, sei mesi per giocare e non restare fermo”.
Richieste?
“Naturale che ci siano”.
Conte?
“Con Conte c’è reciproca stima e amicizia, niente di più”.
E’ una questione di soldi?
“No, è solo una questione di progetto. Io voglio vincere e vincere con l’Inter. Vorrei che mi dicessero ‘resta, stiamo per ricominciare a riconquistare il mondo’. Sarebbe la cosa più bella che vorrei sentirmi dire. Difesa a quattro o a tre, per me non cambia niente, ho iniziato con la difesa a quattro”.
Quando si parlerà di rinnovo?
“Appena il campionato sarà terminato, quindi a breve”.
Previsioni?
“Spero di sentirmi dire: ‘resta, stiamo per tornare a vincere'”.
This post was last modified on 18 Maggio 2014 - 11:26