Massimo Moratti ha ricevuto ieri sera il Premio Mecenate dello Sport “Varaldo di Pietro”. Durante la cerimonia organizzata presso il teatro “A.Cafaro” di Latina, e condotta da Enrico Varriale, il Presidente Onorario ha risposto all domande dei giornalisti presenti sul palco (Marco Bellinazzo de “Il Sole 24 Ore”, premiato per il giornalismo economico, Pier Carlo Presutti dell’ANSA e Giancarlo Laurenzi, vice direttore de “Il Messaggero”).
Prima parte per l’Inter, ma possiamo dire che la seconda parte di questo premio Mecenate dello Sport è anche per Inter Campus?
“La prima parte l’ho considerata un dovere. L’altra parte, forse non si può dire ma lo ammetto, sì sono orgoglioso perché è una felicità diretta. E’ stata ed è una cosa molto bella perché con l’intervento in questi posti vedi la felicità immensa di questi bambini e di queste famiglie. Vedi proprio l’essere orgoglioso di far parte dell’Inter. Ed è anche una felicità per i miei figli che ne seguono gli sviluppi. Speriamo si possa continuare, ma sì, sarà così”.
Ce ne saranno ancora di mecenati nello sport come lei, che ha investito…?
“Lasciamo stare il quanto (ndr, sorride). Comunque sì, ce ne saranno. I cambiamenti sono sempre positivi secondo me. Lo capite qui a Latina quanto è importante avere una squadra di calcio che vada bene per tutto il resto delle cose. Questo non esclude, non è che fatto un passo vale un altro passo e si dimentica del resto. Questo è qualche cosa in più. Il mecenate, o quello che si può chiamare così per intendere il privato che rischia, si troverà ancora. C’è molta critica nell’industria familiare, invece poi si capisce come la famiglia sia importante alla base”.
E’ stato sempre un presidente innamorato del calcio e di Mourinho?
“Mourinho, sì teoricamente potete avere ragione nel pensare che quello è stato il momento massimo per tutto quello che abbiamo vinto. Purtroppo dopo Mourinho era difficile continuare pensando a come rifare il massimo, anche per Benitez. Simeone? E’ sempre stato un buon allenatore, nel senso che lo era già in campo, potrei dire come Cambiasso”.
Economia, perche il calcio italiano è così indietro?
“La critica del protagonista non è mai facile, se io posso intendermi protagonista, ma quello che posso dire è che il calcio italiano ha espresso l’Italia, l’Italia delle famiglie, quindi la parte economica era per qualcuno meno importante, per altri dovevi correrci dietro perché altrimenti gli altri ti mangiavano. E questo è quello che ho fatto un po’ io. Oggi cosa succede: essere fuori dalla Coppa dei Campioni significa essere tagliati fuori. Dove abbiamo sbagliato secondo me gravemente? Nella parte commerciale, cioè nel saper vendere la squadra nel mondo. Eravamo molto più attaccati alla parte calcistica e anche chi ci lavorava dentro era molto più preoccupato di far vedere alla proprietà di essere attento a questo. Credo che però, dato che ho fiducia negli italiani, la difficoltà attuale porti ad avere un atteggiamento molto attento ma anche, fondamentale, di fantasia e di rischio”.
Erick Thohir in questo senso rappresenta la persona giusta per l’Inter, intendiamo nella capacità di vendere il marchio nel mondo?
“Sì, se non altro non è italiano (ndr, sorride). Ho visto in Thohir la persona più giusta perché in un momento portava tutto quel mercato che a costruirlo ci avremmo messo 4/5 anni. Poi dal punto di vista del business, è normale che devi partire dai conti, cosa che non ho fatto io, e credo che lui sia una persona che lo vuole fare. Sarà fondamentale per lui avere intorno persone che gli tengano il polso della situazione. E’ una persona onesta e intelligente. Posso dire agli interisti, con sicurezza, di stare tranquilli”.
In un’intervista di questa mattina, il presidente Thohir fa capire che persone come lui, Pallotta potranno cambiare radicalmente il calcio italiano.
“Ma no, Thohir sa come muoversi, ma è normale, qualcosa deve cambiare”.
Deve però risanare l’Inter.
“Thohir è stata la scelta migliore, ma io non amo moltissimo quando lui o chiunque altro dicono ‘risanare l’Inter’ perché l’Inter non ha nulla da risanare perchè l’Inter ha risposto sempre ai propri debiti, all’acquisto dei giocatori, al pagamento degli stipendi senza mai pesare su nessuno. Ora c’è un’altra persona che spero possa continuare così, magari spendendo un po’ meno di me”.
E’ vera la voce legata all’acquisto da parte sua del Cagliari?
“No, no. Prendere il Latina? E ma il Latina va bene mi sembra eh (ndr, sorride)“.
Calcio specchio della qualità della città che rappresenta: Milan e Inter cigolano come Milano?
“Potrebbe essere casuale però proprio perché il Latina in questo momento ha ottenuto dei grandi risultati direi di sì, che nel momento in cui la squadra inizia a fare qualcosa di importante tutte le vicende collegate vanno meglio. E’ una questione di fiducia e questo lo dico anche come augurio per Latina. Milano, non so, forse ci sono meno famiglie industriali però seguendo il discorso di prima potrei dire che non ce n’è più bisogno…Thohir, che per conto mio è la migliore scelta possibile, è chiaro che il suo dovere sarà quello di tenere collegata la squadra e la città. Anche per questo insisto sul fatto che Zanetti debba avere un ruolo importante”.
Dopo il Triplete si sarebbero dovute accettare delle offerte per i campioni nerazzurri?
“Dopo 4 anni, devo dire che i migliori giocatori dell’Inter sono stati quelli del Triplete…comunque, ho rivisto Inter-Bayern e rivedendola ho capito quanto Milito avesse giocato bene tutta quella partita, tutta. L’accusa era su Milito da vendere, ma come si poteva vendere colui che ti fa vincere il campionato e la Champions? Non puoi venderlo se pensi che la gente abbia tifato con te”.
Mario Balotelli, che ne pensa? E il gesto della maglia buttata?
“Ha un caratteraccio. La maglia buttata è stata conseguenza di tutto un momento in cui non si sentiva apprezzato. Lui di fondo e’ un bravissimo ragazzo, il calcio a un presidente insegna pazienza, credo che anche i giocatori imparino ad averla perché vengono accusati, a detta loro sempre ingiustamente. Balotelli a queste accuse reagisce. Se riuscirà a tenere a bada queste cose, farà bene”.
Intuizione maggiore ed errore maggiore da presidente? (dal pubblico suggeriscono Alvaro Recoba, ndr).
“Sì, è vero, lui è stato l’intuizione (ndr, sorride). Per gli errori direi con gli allenatori, tante volte. Gasperini? No, non facciamo nomi, stimo tutti loro, ma a volte non erano adatti all’Inter. Ronaldo nerazzurro il migliore Ronaldo? Sì, e’ stato sinceramente un’intuizione perché quello che sembrava a tutti una cosa carissima in realtà a me non sembrava e inoltre l’abbiamo fatta rientrare completamente”.
Fonte: inter.it