In attesa di capire se diventerà la sua Inter, quella di stasera contro il Manchester United è sicuramente la sua partita. Nemanja Vidic sfiderà otto anni della propria vita e anche per un uomo che fa dell’essenzialità il proprio credo – in campo e fuori – non potrà essere una sfida come le altre.
Vidic, ci racconti le sue prime impressioni dopo tre settimane di Inter.
“Dall’ambiente ai compagni e ai metodi di lavoro, dalla lingua alla cucina. Per me è tutto nuovo, ma sono stato accolto bene e la presenza in rosa di alcuni slavi sta aiutando il mio inserimento”.
In cosa si differenzia questa preparazione rispetto a quella che faceva a Manchester?
“Qui c’è maggiore cura per i dettagli, per la tattica, là forse c’era più intensità, più esercizi sulla velocità. Ma si lavora duro comunque”.
Anche la difesa a tre è una novità. Anche se Mazzarri dice che è più facile, se sei abituato a giocare a quattro.
“Magari dopo sarà più facile, ma bisogna adattarsi e serve un po’ di tempo. Sabato con il Real abbiamo fatto abbastanza bene. Oltre al gol, loro non hanno avuto grandi occasioni”.
Cos’altro vi ha detto la gara di sabato?
“Anche se non era il vero Real, ci ha dato fiducia per il lavoro quotidiano. È comunque presto per capire dove arriveremo. Ci servono almeno altre due settimane”.
Questi test estivi confermano che c’è ancora un grande gap tra club inglesi e italiani. Come si può colmarlo?
“Lavorando duro. Loro hanno più mezzi e curano molto il settore giovanile. Bisogna cercare di imitarli, anche se l’Italia ha una cultura differente. Ma certe cose inizieranno a cambiare anche da voi”.
Quella di stasera per lei non può essere una gara come le altre.
“Anche se è un’amichevole e non ci sarà troppa pressione, mi farà una strana impressione giocare contro il mio passato. Rivedrò tanti amici, alcuni li ho sentiti via sms durante l’estate ma non abbiamo parlato di questa gara”.
Quale è la cosa più importante che ha imparato negli otto anni con lo United?
“Lì sono cresciuto sotto ogni aspetto. In campo vanno i giocatori, ma il coach pesa, così come la società. Dopo 25 anni Ferguson ha lasciato un grande vuoto, difficile da colmare subito”.
Il vuoto lasciato da Conte alla Juve può aiutare la concorrenza?
“So che lui a Torino ha vinto tre scudetti di fila, ma la loro rosa rimane fortissima. Ora però mi interessa poco la Juve, guardo in casa mia”.
Cosa l’ha colpita di Mazzarri?
“Tutto e niente. E’ molto determinato, ma a 32 anni nulla più ti sorprende. Ogni allenatore ha le proprie idee ed è una fortuna per un giocatore. Perché questo apre la nostra mente”.
Se avesse saputo che allo United arrivava Van Gaal, amante del bel gioco, forse sarebbe rimasto?
“Inutile guardare al passato. Ho deciso in un giorno e credo di aver fatto la scelta giusta”.
Quanto ha pesato il parere del suo amico Stankovic?
“Tanto. Deki è stato all’Inter tanto quanto io a Manchester e aveva solo bei ricordi. Ora che sono qui posso dire che aveva ragione”.
Lo United è quasi al completo e ha iniziato ad allenarsi prima di voi. Sarà molto più dura rispetto a sabato?
“Penso di sì, ma queste sono le gare più belle da giocare: ti aiutano a crescere”.
Ci parli del suo ex compagno Hernandez che potrebbe essere nel mirino dell’Inter.
“Chicharito ha fatto grandi cose e segnato gol decisivi, soprattutto con Ferguson. È molto forte, una classica prima punta con il fiuto per la rete. Ma Ausilio sa fin troppo bene cosa fare sul mercato”.
Che impressione le ha fatto M’Vila?
“Ottima, anche se deve recuperare la forma. Come per me, credo sia importante che impari presto la lingua per inserirsi meglio”.
Crede che il miglior Vidic sia ormai alle spalle o si può essere ancora al top a 32 anni?
“Questo lo dirà soltanto il campo. Cerco di prepararmi al meglio, poi giudicherete”.
Si crede pronto a giocare due gare a settimana o si terrà per il campionato?
“Deciderà Mazzarri”.
Sapere che Thohir, oltre che per la sua bravura l’ha voluta anche come testimonial dell’Inter nel mondo le dà un po’ fastidio o la inorgoglisce?
“Certe cose le sapete meglio voi di me. L’Inter ha grande tradizione, non sarò certo io a farla conoscere di più nel mondo“.
Cosa l’ha colpita di Thohir quando vi siete parlati?
“È stato un incontro veloce, ma mi piacciono molto la sua energia e il fatto che voglia dare gradualmente basi solide al progetto”.
A fine stagione sarà soddisfatto soltanto se…
“Se raggiungeremo gli obiettivi: giocare meglio dell’anno scorso e andare in Champions”.
Preferirebbe vincere l’Europa League o qualificarsi in Champions?
“Io non mollo mai nulla”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport