Thohir: “Sul mercato in entrata non faccio nomi. I tifosi aspettano un top player, ma…”

Nella seconda parte dell’intervista rilasciata da Thohir a La Gazzetta dello Sport, il presidente nerazzurro si concentra maggiormente sul discorso mercato.

Credevamo che l’Inter potesse comprare solo dopo aver venduto, invece non è così.

“Abbiamo delle liquidità per muoverci comunque, ma serve equilibrio nel bilancio. Di certo non potremo solo comprare”.

I tifosi si aspettano un top player.

“Ma non vogliamo prendere qualcuno che possa creare problemi all’interno dello spogliatoio. Cosa serve prendere una star se poi fa ombra a un potenziale top player come Kovacic o Icardi. Può servire di più un nome meno di grido, ma esperto e più funzionale al progetto. Tenendo conto che, playoff permettendo, quest’anno saremo impegnati su tre fronti”.

Medel arriverà di sicuro o Behrami potrebbe essere l’alternativa?

“Stiamo ancora discutendo su alcuni dettagli e non faccio annunci prima della firma. Poi è chiaro che dobbiamo tenere sotto controllo anche delle alternative. Non faccio nomi in generale, ma alcuni giocatori che ci hanno detto di no in futuro se ne pentiranno”.

Jovetic, Lamela e Cerci sono obiettivi impossibili?

“Non sappiamo, il mercato è aperto. La cosa fondamentale è rispettare gli altri club. Per questo non voglio assolutamente che i miei dirigenti parlino con i giocatori prima che con le loro società”.

Con Medel e Osvaldo il vostro mercato sarebbe da ritenersi chiuso?

“È ovvio che dobbiamo prendere un centrocampista e un attaccante, ma fare nomi non aiuterebbe le nostre strategie”.

Stasera (ieri notte in Italia, ndr.) giocate contro il Manchester United di Hernandez. Il Chicharito è un vostro obiettivo?

“Allo United sono in atto diversi cambiamenti. Sarà utile vedere i loro giocatori all’opera e parlare con i dirigenti. Magari si parla di Hernandez, poi magari alla fine dai Red Devils prendiamo un centrocampista…”.

Intanto da Manchester è arrivato Bolingbroke. Che ruolo avrà?

“Essendo una sorta di amministratore delegato, vivrà a Milano gestendo il club giorno per giorno, aiutando me e Moratti. Poi è chiaro che ci sono Fassone, Ricci e tutti gli altri”.

Torniamo al campo. Cosa le ha detto il match di sabato contro il Real Madrid?

“Mi è piaciuta l’intensità, la voglia di lottare. Anche dopo il gol di Bale nello sguardo dei giocatori non ho visto panico, ma determinazione a rimediare. Anche se avessimo perso 4-0, è importante avere sempre questa capacità di essere squadra. Per fare una grande stagione serve che ogni componente vada al massimo. Sarà fondamentale anche il lavoro alla Pinetina. Negli allenamenti ma pure in spogliatoio, dove non voglio che si creino clan o gruppi”.

I tifosi temono che vivendo dall’altra parte del mondo lei non riesca a stare vicino alla squadra.

“Verrò una volta al mese, ma non più tre al mese come l’anno scorso (ride, ndr.). Non vedo il DC United da mesi, sono loro quelli che rischio di trascurare. In fondo ho due “figli”… E in questo senso è importante avere dirigenti di cui fidarsi ciecamente,
che possano prendere qualche decisione in modo autonomo”.

Ha parlato con la squadra?

“Ho visto i ragazzi domenica all’allenamento, dovevo vederli a cena lunedì ma si sono allenati fino a tardi. Li saluterò prima della gara col Manchester United”.

Ha parlato con Mazzarri? Lo ha trovato più rilassato dopo il rinnovo del contratto?

“Lunedì eravamo in pullman insieme e lo prendevo in giro. Mi piace la sua carica in partita e vedendolo sorridere spesso gli ho detto che ero preoccupato perché se lui sorride la squadra si rilassa. Scherzavo, ovviamente, ma davvero vorrei che il gruppo avesse la stessa faccia da battaglia che ha Mazzarri. Uno che non si rilasserà mai del tutto, cerca sempre il meglio. È parte del suo
carattere”.

Avete anche parlato di difesa e tre o a quattro?

“Certo, le utilizzeremo entrambe. Ma di certo non c’è una formula vincente”.

Di Mazzarri continua a parlare De Laurentiis. Visto che lei porta rispetto per gli altri club, cosa ha da dire al presidente del Napoli?

“Alcuni mesi fa c’era stato un attacco della Juve ed è stato giusto rispondere a tono. Infatti poi abbiamo chiarito. I miei rapporti con De Laurentiis sono ottimi, ma se continua a punzecchiare il nostro allenatore vuol dire che avremo una rivalità in più. Diciamo un derby in più. Che non è poi un male, visto che ci sono soltanto due sfide all’anno contro il Milan”.

Si parlava di top player. Può esserlo Vidic?

“Ripeto che spero lo diventino Kovacic e Icardi. Nemanja è un leader, così come Hernanes e altri giocatori esperti che possono far crescere i compagni. Il match contro il Real ha confermato che Vidic è un condottiero”.

Che impressione le hanno fatto gli altri nuovi?

“Dodò è davvero eccitante, fa giocate che accendono la folla. M’Vila ha bisogno di un po’ di tempo. E quando parlerà non soltanto francese potrà inserirsi più in fretta”.

Sarà la prima vera Inter di Thohir, ma anche la prima senza argentini. Come mai non avete rinnovato con Cambiasso?

“Detto che ci sono ancora tanti argentini e Zanetti è vicepresidente, era una questione di età media, visto che abbiamo già qualcuno oltre i 30 anni e altri molto vicini. Anche per questo abbiamo preso gente come Dodò e M’Vila, che hanno meno dei 26,5 anni di media che ci proponiamo come obiettivo. Poi perché ritenevamo che soprattutto in quella posizione servisse gente giovane su cui costruire un progetto tattico. Vogliamo un gruppo base che stia insieme per i prossimi tre anni. Non potevamo ritardare il cambiamento”.

Zanetti sarà un vicepresidente con quali deleghe?

“Gli ho parlato, spero non si sia annoiato troppo ad ascoltare durante il vertice di lunedì. Gli ho detto che per ora impari il mestiere e l’inglese, lui conosce tutte le componenti del club e le dinamiche. Così ora Javier può capire meglio dove essere più utile. Anche l’ingresso di Angelomario Moratti nel Consiglio di Lega testimonia che ognuno lavora in varie direzioni”.

Ci conferma che nella prossima estate la squadra andrà in tournée in Asia?

“Sì, anche se non tutte le amichevoli sono fissate. Ma una in Cina e una nel sudest asiatico le giocheremo di sicuro. E torneremo sicuramente negli Stati Uniti, altro mercato strategico”.

 

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