Sulla Gazzetta dello Sport oggi in edicola c’è una intervista a tutto campo di Mateo Kovacic, la giovane stella nerazzurra che sembra avere già in testa gli obiettivi da raggiungere nella prossima stagione; per lui e per la squadra. Qui un estratto dell’intervista con le parti più interessanti.
Finalmente in campo, come ha sentito il polpaccio sinistro durante la gara con la Roma?
“Bene, dopo l’affaticamento sono stati bravi a fermarmi in tempo. Di fatto quello di sabato per me era un esordio e entrare in una squadra così organizzata ha facilitato molto il mio ritorno“.
I tifosi iniziavano a temere un bis del lungo stop dell’estate scorsa.
“No, niente di paragonabile. Anche perché la stagione passata sono tornato dopo 40 giorni, ma il problema al flessore poi mi ha tormentato anche per i mesi successivi al rientro“.
Arrivato il 16 luglio, quattro giorni dopo era stato tra i migliori contro il Prato. Come è possibile?
“Intanto mi ero tenuto in allenamento giocando con gli amici in vacanza, tra Croazia e Mikonos. Poi senza troppi allenamenti nelle gambe è più facile essere brillante“.
Ora si sente più al centro dell’Inter?
“Io metto sempre al centro il gruppo. Se fa bene la squadra, cresco anch’io“.
A chi gli chiede di prendere un top player, Thohir continua a rispondere che il top player sarà lei, oltre a Icardi.
“Le parole del presidente mi fanno piacere. Ora tocca a me, anche se questa investitura non mi mette addosso alcuna pressione“.
Per fare il grande salto è importante la posizione in campo: nel 3-5-2 farà l’interno sinistro, ma con la difesa a quattro si aprono più possibilità. Anche quella da trequartista.
“Da ragazzino giocavo dietro alle punte, poi in prima squadra alla Dinamo Zagabria mi hanno arretrato come centrale nel 4-4-2. Nel nuovo ruolo in cui mi vede Mazzarri mi trovo benissimo: ho maggiore spazio per le mie accelerazioni. Più avanti si vedono meno palloni e io voglio sempre stare nel vivo del gioco“.
Quanto le pesa non avere ancora segnato nell’Inter?
“Di testa, poco o nulla. Sin da bambino ero abituato a saltare gli avversari e lasciare che a segnare fossero gli amici. Ma devo cambiare questo atteggiamento: solo quando arriverò a fare una decina di gol a stagione, diventerò un giocatore completo. Ho sempre visto prima il compagno e poi la porta. Devo imparare a fare il contrario“.
Fa allenamenti specifici sul tiro?
“Spesso mi trovo al limite dell’area, salto un avversario e potrei centrare la porta. Ci lavoro molto alla Pinetina. Questa cosa mi accomuna a Modric: anche lui segna poco, in nazionale ci abbiamo scherzato sopra“.
Torniamo all’Inter. Che impressione le hanno fatto i nuovi compagni? Partiamo da Vidic.
“Giocare con lui è un onore e un piacere. Grazie alla lingua ci siamo capiti in fretta. Quello che vale lo ha confermato anche contro la Roma“.
M’Vila?
“Se sei stato un nazionale francese, hai qualità indiscutibili. Yann è ancora un po’ indietro di preparazione, ma in quella posizione aiuterà molto la squadra a crescere“.
Dodò?
“Tecnicamente è fortissimo. Col sinistro fa quello che vuole, crossa benissimo e con i nostri colpitori di testa può diventare un’arma devastante. Lo si è visto proprio a Philadelfia. Mi sono sorpreso molto quando la Roma lo ha lasciato andare via. Meglio per noi. E poi ha solo 22 anni. Mi piace tanto il fatto che l’Inter abbia deciso di puntare sui giovani“.
Con Osvaldo e Medel l’Inter è da Champions League?
“So che i tifosi si aspettano tanto da noi, ma ora dobbiamo lavorare, non fare proclami. La concorrenza di certo si è rafforzata: Juve e Napoli hanno preso ottimi giocatori, la Roma pure e non è certo quella vista sabato contro di noi“.
La Juve però ha perso Conte e potrebbe perdere Vidal.
“Anche se Allegri è bravo, senza il loro vecchio allenatore i bianconeri hanno qualcosa in meno. E se se ne andrà anche Vidal, avranno molto in meno. Arturo è un top, ci sono pochi centrocampisti capaci di segnare 10/15 gol e di dare dieci assist ogni stagione. Corre, aiuta la squadra. E’ un giocatore totale“.
Osvaldo?
“Vede la porta, sarà fondamentale anche per darci delle alternative in attacco. Con l’Europa League, senza turnover non è possibile arrivare a fine stagione per giocarsi tutto”.
Medel?
“Lui è un giocatore che conosco meno. E’ duttile perché può giocare anche in difesa, ha una grinta incredibile e corre per due. Così io posso concentrarmi di più sulla fase offensiva… (ride, ndr). Scherzi a parte, so bene che devo migliorare non soltanto nelle conclusioni in porta ma anche in tutto quello che riguarda la fase difensiva: modo di correre, lettura tattica, concentrazione“.
Vede un Mazzarri più tranquillo dopo il rinnovo del contratto?
“Vedo sempre il solito Mazzarri, con tanta grinta e determinazione. Anche nel curare i minimi dettagli. Si è visto che aveva preparato alla perfezione la gare contro Real, Manchester United e Roma“.
Cosa l’ha colpita di più di Thohir?
“Ci ho parlato poco, ma è un ottimo comunicatore. Ha buone idee e se riuscirà a metterle in pratica costruirà una grande Inter”.
Un’Inter senza più i senatori argentini.
“A Cambiasso, Milito, Samuel e Zanetti, che pure resta vicepresidente, devo dire grazie per quello che hanno fatto e mi hanno insegnato in una stagione e mezza. Ora però inizia un nuovo capitolo della storia dell’Inter, in cui proveremo a ripetere le loro imprese. Un capitolo in cui ci saranno più spazio e responsabilità anche per i giovani. Con l’aiuto di alcuni veterani come Vidic e Handanovic, sperando che Samir non si offenda…“.
A fine stagione Kovacic sarà soddisfatto solo se…
“Solo se l’Inter sarà arrivata in Champions League“.