“Le do io il titolo: Ferrero ieri oggi e domani. Ieri le mie speranze, oggi la Samp e il cinema, domani… lo scudetto”. Apre così Massimo Ferrero in un’intervista al Corriere della Sera
“Meno sprechi per dare più certezze a tutti: con poco se campa con niente se more”, il suo motto.
Parla subito del suo lavoro. “Il cinema oggi è alla frutta. Abbiamo insegnato il cinema agli americani, poi ci siamo persi. Avevamo i più grandi calciatori del mondo, poi ci siamo persi. Abbiamo pensato solo ai soldi dei diritti tv, ma il denaro ci ucciderà”
“Io voglio fare impresa, non finanza. Riportare la gente allo stadio. Ma l’ha visto in che condizioni è? Mihajlovic ha detto che c’è un campo di patate: ha usato una licenza poetica. Se si fa male un mio giocatore, denuncio tutti. Io voglio un impianto che lavora sette giorni su sette, con servizi, spazi per i bambini”.
Poi continua. “In Lega comanda Lotito, dall’altra parte c’è Agnelli, in mezzo c’è Aurelio, gli altri sembrano spaventati. Lotito? È un gran lavoratore, chissenefrega se mette la giacca della Nazionale. Avrà modi poco urbani, che detto da me vuol dire che sono veri. I contenuti però ancora non li ho visti. Serve un campionato a 16 squadre, senza la paura di andare in B. Se retrocedi perdi tutti i diritti tv. E poi ci vogliono cinque cambi per valorizzare la rosa”.
Ferrero sogna lo scudetto. “Sinisa che è un grande parla di parte sinistra della classifica. Ho lavorato 24 ore al giorno per dargli i giocatori necessari e ora mi occupo della Samp 4 giorni a settimana”.