Dopo un anno dalla scoperta della malattia, quella SLA che ha colpito tanti sportivi e, relativamente al calcio italiano ha portato alla morte ex campioni come Gianluca Signorini e Stefano Borgonovo, il calciatore olandese Fernando Ricksen, 38enne con un passato calcistico in Olanda, Scozia e Russia, sembra sia migliorato nelle sue condizioni grazie a una nuova cura che sta seguendo.
“Me la cavo abbastanza bene – ha raccontato Ricksen in un’intervista rilasciata alla ‘Gazzetta dello Sport’ – All’inizio chiaramente ero sotto shoc. Ho provato a rimuovere il fatto della malattia, come se non fosse successo niente. Ma questo ha solo peggiorato la situazione. Adesso, da quando ho cominciato ad accettare la nuovo realtà, ho trovato un modo per vivere meglio con la malattia“.
Un percorso di cure non certo semplice, ma che Ricksen sta affrontando con grande coraggio… “Gli ultimi tre mesi in Turchia mi hanno fatto molto bene – ha spiegato – Prima facevo fatica, ero sempre stanco e avevo i primi sintomi della malattia, problemi a parlare, respirare e ingoiare. Man mano stavo perdendo il controllo dei muscoli. Da quando sono stato al mare, invece, mi sento nettamente meglio. E’ tornata la mia voce e ho ritrovato il controllo sulle mie mani. Posso parlare quasi senza problemi”.
Una nuova cura che dà speranze di farcela all’ex calciatore olandese… “Può darsi che sia dovuto al fatto che abbia cambiato la mia medicina – ha raccontato ancora Ricksen – E’ stata mia moglie Veronika che mi ha suggerito di contattare un dottore russo con cui sto lavorando adesso. Comunque mi sento molto meglio adesso. Ho più energia di prima. Sarei già molto grato se la situazione rimanesse così, o almeno non peggiorasse molto. Le aspettative di vita? Io vivo nel presente. Se pensassi troppo alla malattia impazzirei. Allora non comincio neanche a farlo”.
Da calciatore Ricksen era un combattente, che non si risparmiava sul campo ma nemmeno fuori tra feste ed eccessi… “Da quando ho conosciuto mia moglie Veronika, due anni fa, sono diventato un’altra persona – ha raccontato – E’ vero, sono stato un animale da feste. Mi sono ubriacato. Sono uscito fino tardi. Spesso la mattina andavo dal bar direttamente agli allenamenti. Però questo è il passato. Adesso sono diventato un padre di famiglia e genitore di una figlia di due anni. Questo è il mio nuovo ruolo e mi ci sono mi buttato dentro a capofitto. Mia moglie e mia figlia mi hanno fatto capire che cosa sia importante nella vita. Non mi arrendo. Continuerò a lottare. Sono sempre stato un lottatore, da giocatore e ancora di più oggi”.