Difesa a 4 – Trequartisa – Gioco verticale – Sorrisi – Rilancio
Questi i 5 punti di distacco con il passato analizzati da La Gazzetta dello Sport. Al secondo allenamento diretto da Mancini, si è respirata tutt’altra aria rispetto a quelli di Walter Mazzarri. Non che la squadra avesse abbandonato il tecnico di San Vincenzo, anzi, ma la tipologia di gioco proposta fa divertire sia dentro che fuori al campo.
Il reparto difensivo sarà schierato con la linea a 4 uomini, che ieri per l’occasione erano Nagatomo – Vidic – Jesus – Dodò, con il giapponese più “bloccato”, mentre il brasiliano più propenso ad offendere. Per il derby Mancini guarda e valuta, in attesa dei nazionali, soprattutto di Ranocchia. Con lui disponibile, infatti, Vidic rischia il posto o, altrimenti, Jesus dovrà allargarsi sulla sinistra, invertendo i compiti sulle fasce. A quel punto, infatti, sarà Nagatomo a dover spingere di più, mentre il numero 5 nerazzurro sarà più concentrato alla fase difensiva.
4-3-1-2 il modulo provato ieri, con Palacio nelle vesti di trequartista, ma è facile ipotizzare che tra meno di una settimana sarà Kovacic a ricoprire quel ruolo. Sia chiaro, però, il giovane croato non verrà risparmiato da compiti di copertura, anzi. Sarà fondamentale il suo apporto nella fase di non possesso, i suoi ripiegamenti, per non favorire gli avversari con la superiorità numerica.
Una cosa è subito saltata all’occhio, e soprattutto si è sentita per Appiano: basta lentezza di gioco. I nerazzurri devono imparare rapidamente a girare la palla velocemente, per sorprendere l’avversario e soprattutto evitare di effettuare un possesso palla sterile, come spesso accadeva con Mazzarri. Verticalizzare il più possibile, sempre guardare avanti nel cercare il movimento dei compagni, che dovranno trovare gli spazi liberi dove infilarsi.
Da questo tipo di gioco proposto dal Mancio, che non mancava di fermare le azioni per istruire su come vuole che l’azione si sviluppi, arrivano i sorrisi. Come detto, la squadra non aveva affatto abbandonato Mazzarri, ma con la folata di novità e il nuovo gioco, molto più diretto, diverte sia i giocatori che i tifosi sugli spalti, almeno questo si spera.
Infine, al centro del progetto sembra essere tornato Guarin. Ad un passo dall’addio in estate, Mazzarri aveva tentato di recuperarlo mentalmente impiegandolo qua e là, con buoni risultati, ma senza riuscire a fargli cambiare definitivamente marcia, senza curarlo dalla sua discontinuità. Questo dovrà farlo il Mancio, che fin da subito ha dimostrato quanto voglia puntare sul numero 13 nerazzurro, a parole, definendolo un ottimo giocatore, ma anche con i fatti, inserendolo nel cuore della mediana nerazzurra.
Ma è la mentalità su cui Mancini dovrà lavorare di più. Ancora sullo 0 a 0 la partitella, il nuovo allenatore ha urlato ai suoi “E’ il 93° del derby”. Da lì a poco il goal è arrivato, firmato da un certo Rodrigo Palacio. Che sia di buon auspicio?
This post was last modified on 17 Novembre 2014 - 09:30