Filippo Inzaghi contro Roberto Mancini. 41 anni il primo e tanta freschezza e voglia di stupire, 49 anni il secondo con grande esperienza nazionale ed internazionale alle spalle e smanioso di riprendere l’Inter così come proprio l’aveva lasciata, ovvero spavalda e vincente.
Questi i grandi requisiti che i due tecnici avranno voluto inculcare nei propri ragazzi alla vigilia di un derby, si privo di quell’appeal che contraddistingueva le precedenti stracittadine, ma estremamente ricco di contributi già nel presente e che potrebbe solcare la strada per un futuro più luminoso e florido come la storia dei due club insegna.
Da un lato Pippo Inzaghi si affiderà ad un 4-2-3-1 con Essien e Muntari guardiani della difesa e un tridente frizzante (El Shaarawi, Menez, Bonaventura) a supporto dell’unica punta Fernando Torres, voglioso di lasciare il segno anche in derby italiani dopo i suoi felici trascorsi in Spagna ed Inghilterra. Dall’altra parte del Naviglio un’Inter tutta nuova; il ‘Mancio’ pensionerà probabilmente una volta per tutte la difesa a tre dell’ex Mazzarri per ripartire dall’amato 4-3-1-2 con l’illuminante tecnica e visione di gioco di Mateo Kovacic a supporto del tandem Palacio-Icardi.
Ed è proprio dal talento del giovanissimo croato, vero ago della discordia soprattutto nella prima stagione di Mazzarri con un pubblico che non gli ha perdonato le continue panchine del gioiello classe ’94, che l’Inter manciniana vorrà ripartire per dare qualità ed identità al gioco dei nerazzurri. Alle sue spalle un terzetto composto da Obi, M’Vila e Guarin, con il centrocampista colombiano pronto a sganciarsi dalla cerniera centrale per sfruttare al massimo le sue doti di inserimento che potrebbero fare molto male alla difesa milanista.
L’ago della bilancia della stracittadina numero 211 si deciderà molto probabilmente tra i giocatori di maggior talento da ambedue le parti. Le prestazioni di Guarin e Kovacic rappresentano il vero toccasana per la coppia tutta argentina pronta a sfruttare le intuizioni dei propri centrocampisti per colpire; mentre le qualità del tridente offensivo del Milan potrebbero mandare in tilt la nuova e non ancora collaudata difesa nerazzurra.
Gli anelli apparentemente più deboli delle rispettive retroguardie potrebbero riguardare il binario di destra per differenti motivi. L’infortunio accorso ad Abate ha costretto Inzaghi a scegliere Rami come terzino destro, ma il difensore francese è un centrale di ruolo e una gara come il derby non è forse il momento migliore per fare esperimenti. Dall’altra il rientrante Nagatomo potrebbe essere ancora a corto di condizione ed affrontare un cliente come El Shaarawi, tornato al gol contro la Samp dopo 20 mesi di digiuno ed in Nazionale, non è sicuramente un punto a favore dell’Inter nell’accesa stracittadina di domani sera.
Ora parola al campo perché, in fondo, le certezze e la grandi smentite passano sempre e comunque da lì.
This post was last modified on 22 Novembre 2014 - 19:03