I tifosi dell’Inter era abituati bene, troppo bene con il Trenza.
Lo vedevano ricoprire tutti i ruoli del fronte d’attacco. Prima e seconda punta, ruolo a lui più congeniale dicevano, e lui faceva a sportellate, saltava l’uomo e segnava, molto. Poi esterno, dove apriva le difese avversarie, si involala sulla fascia e segnava, molto. Infine anche come punta centrale dove, non potendo far valere il suo fisico, faceva valere il suo senso della posizione e segnava, anche qui, molto.
Poi da quasi otto mesi il digiuno dal gol.
Il mondiale brasiliano in mezzo, l’infortunio alla caviglia, la forma che non voleva tornare e le voci dei soliti corvi che lo davano già per finito o per partente.
Ma ieri sera in Inter–Lazio, Palacio si è finalmente sbloccato e dopo una prestazione di lotta e sacrificio si è preso la scena firmando il gol del pareggio dopo la magia di Kovacic.
Come riporta La Gazzetta dello sport: “Dalla Lazio alla Lazio. Dopo 225 giorni di astinenza Rodrigo Palacio torna a fare quello che gli è sempre venuto natura le: gol. Un zampata delle sue al termine di una prestazio ne delle sue, tutta generosi tà, sgommate e chilometri a svariare sul fronte d’attacco. Giusto che a firmare la ri montona dell’Inter (la quinta stagionale, un record) sia stato Rodrigo, emblema del cuore che tutta la squadra ha saputo gettare oltre l’ostacolo“.
Continua la rosea: “Palacio era fermo a quel 10 maggio, una doppietta a rimontare un altro gol lampo della Lazio, a cementare l’Europa League nella notte dell’addio al Meazza di Zanetti…Ieri la rivincita, innescata da una punizione battuta benissimo da un minorenne“.
I tifosi e soprattutto la squadra hanno estremo bisogno del vero Palacio, a prescindere da ciò che il mercato di gennaio porterà ad Appiano.