La serata fredda e nebbiosa di San Siro non prometteva nulla di buono per l’ultimo posticipo del 2014 che attendeva l’Inter affrontare una Lazio priva del talento di Antonio Candreva e venuta a Milano per puntare a giocarsi la partita ma pur sapendo che davanti ci sarebbe una formazione in piena ricerca di punti ed intenzionata a muovere ulteriormente la classifica dopo la vittoria di Verona.
Se pareggio doveva essere scritto nel destino di questa serata, la cosa che ha maggiormente stupito e deliziato i 36 mila del ‘Meazza’ è stata la qualità ammirata per quasi tutto l’arco del match. Se il primo tempo dei nerazzurri è stato volenteroso ma macchiato da lacune difensivi evidenti, c’è da registrare la grande prestazione di Felipe Anderson, talento brasiliano classe ’93 che per 45 minuti ha rubato la scena al piccolo gioiello interista Mateo Kovacic.
Per un tempo appunto, quello che è bastato ha riordinare le idee e vedere un’Inter fortemente affamata di recuperare una serata pre-natalizia finora avara di regali per i propri tifosi. Allora via con tutta la classe di Kovacic al servizio della squadra e ha smistare delizie ai vari Icardi e Kuzmanovic ma, dato che gli assist non sono stati sfruttati al meglio, ecco la brillante idea di mettersi in proprio.
Il destro al volo che ha trafitto Marchetti è stato un gesto di rara bellezza, un lampo che ha subito riscaldato l’infreddolito pubblico di fede nerazzurra ed ha fatto partire la rimonta. Una coordinazione che ha ricordato un certo Zinedine Zidane nella finale tra Real e Bayer Leverkusen nel Maggio 2002 e che regalò la Champions alle merengues.
Certo di strada il piccolo Kovacic dovrà farne per arrivare al livello del francese, ma sicuramente in quel gol si è visto quanto l’istinto e la responsabilità di prendersi un rischio siano caratteristiche che solo i leader possono avere e il croato ne sta avendo sempre più tutti i connotati.
Per un leader in ascesa c’è ne un altro in ripresa. Il gol che a poci minuti dalla fine ha dato il meritato pareggio ai nerazzurri è stata opera di Rodrigo Palacio. Il Trenza è finalmente tornato a far parte del tabellino marcatori dopo ben 225 giorni di astinenza, Mondiale compreso.
Un digiuno dal gol che sarà stato vissuto come un’eternità per un giocatore abituato a timbrare il cartellino con estrema regolarità negli anni. Un gol di Palacio ed un gol ‘alla Palacio’, si perchè mentre Kovacic ha illuminato ‘alla Zidane’, al Trenza è bastato essere tornato lui per sentirsi sereno e utile alla causa nerazzurra.
This post was last modified on 23 Dicembre 2014 - 11:53