Gary Medel si racconta. E lo fa al Corriere dello Sport. Il cileno, tutto garra e muscoli, traccia un bilancio dei suoi primi mesi all’Inter. “La partita più bella l’ho giocata contro la Samp, la più brutta col Cagliari. Possiamo arrivare terzi ma sicuramente adesso non sono contento della posizione in classifica. Mazzarri? Posso solo spendere belle parole su di lui. Purtroppo quando i risultati non arrivano si fanno delle scelte dolorose. Mancini? Un grande tecnico, ha portato subito una mentalità vincente. Pressiamo alti, come facciamo in nazionale“.
Poi c’è tempo per un giudizio sulla Serie A: “È un campionato di alto livello, nessuna partita è scontata. C’è più equilibrio che in Spagna e un gioco meno fisico con meno lanci lunghi rispetto all’Inghilterra. L’Europa League? Obiettivo possibile. Come il terzo posto, dipende molto da noi. L’Inter deve sempre puntare la top“.
Il suo rapporto con l’Italia è ottimo, anche se non parla la lingua. “Preferisco lo spagnolo. I compagni con cui scherzo di più sono Palacio, Icardi e Carrizo, anche per via della lingua. Il più forte? Kovacic, mi ha impressionato tantissimo. Il miglior avversario? Cuadrado è difficile da fermare. E il 2015 di Medel? Devo fare del mio meglio e sbloccarmi in zona gol, magari contro la Juve il 6 gennaio. Appena vedrò il mio amico Vidal, al suo matrimonio, gli parlerò della sfida. Per me la Juve – continua Medel – ha qualcosa in più rispetto a tutti e anche quest’anno vincerà lo scudetto. Vidal non rende più come prima? Non credo, ha soltanto avuto un infortunio e deve trovare una condizione migliore“.
Poi spiega perché ha scelto l’Inter. “Non ci ho pensato un secondo. È un grande club dove ha giocato anche Zamorano, un idolo in Cile. Anche lui mi ha spinto verso l’Inter dopo una chiacchierata. L’eredità di Cambiasso? Non ci penso. Lui è un grande, io provo a fare del mio meglio. Il mio ruolo è quello di mediano davanti alla difesa, anche se in nazionale gioco centrale difensivo. Ma preferisco stare a centrocampo“.
Il pitbull spiega anche le origini del suo soprannome. “Mi chiamava così il portiere Rodrigo Alejandro, perché aggredivo sempre gli avversari. Mi è rimasto e mi piace. Mi chiamano tutti così, tranne Obi che mi chiama Chihuahua scherzando“.
Medel racconta anche la sua infanzia. “Mi chiamo Gary Alexis perché a mia madre piaceva Gary Cooper e mio padre adorava il nome Alexis. Eravamo poveri, sono cresciuto insieme a 4 fratelli in condizioni difficili. Molti miei amici si sono persi in quell’ambiente, mentre io mi dedicavo solo al calcio. Ho iniziato a 5 anni e preferivo di gran lunga il calcio alla scuola. Mio fratello Kevin gioca nell’Universidad Catolica ed ha 18 anni. Non l’ho consigliato all’Inter perché non è pronto per l’Europa. Prima deve affermarsi in Cile“.
C’è anche un Gary Medel fuori dal campo. “Nel tempo libero porto a cena fuori la mia ragazza (Cristina Morales) e vado al cinema. Adesso diventerò nuovamente padre. Non so il sesso ma spero solo che non siano ancora due gemelli. Ho già dato… “.