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Personalità e carattere, ora però bisogna vincere

Una partita e un risultato che fanno sorridere. L’Inter torna a Milano contenta, soddisfatta, più consapevole della propria forza. E’ stata una dimostrazione di carattere e personalità, in cui si è sognato ad anche creduto di poter vincere. La truppa di Mancini è andata vicino all’impresa, forse sarebbe stato troppo vista la sofferenza inaudita dei primi 45 minuti, ma i segnali sono incoraggianti. I più ottimisti nel primo tempo hanno guardato il bicchiere mezzo pieno, felici che l’Inter avesse subito soltanto un goal. Nel secondo tempo si è avuto un inizio migliore, ma lento. Si è passati dal non soffrire più eccessivamente al fare la partita, dal pareggiare a rischiare concretamente di vincere. Mancini sta letteralmente rivoltando questa squadra nella mentalità e quest’ultima si riflette su tutto il resto: gioco, capacità di fare la partita e di soffrire. L’Inter mazzarriana sarebbe affondata, come l’anno scorso, sotto i colpi potenti di Pogba e soci; invece è rimasta in piedi e ha mantenuto quello svantaggio minimo essenziale per continuare a sperare. L’Inter è una squadra che pressa alto, che tenta di giocare il pallone a terra e fare la partita e se non ci riesce continua lo stesso. E’ questo il cambiamento che i tifosi invocavano, stufi di vedere una squadra molle e troppo labile dal punto di vista psicologico. Questa partita è la prova lampante che Mancini sta lavorando per farci tornare grandi e la strada è quella giusta. Il cambio di Osvaldo per Hernanes è quanto mai significativo: trasmettere alla squadra l’input che si può e deve vincere dappertutto e contro chiunque. Ovviamente c’è da migliorare: la difesa dovrà più essere sicura, bisognerà giocare 90 minuti invece di 45, migliori nella circolazione più veloce e più precisa della sfera e soprattutto, bisognerà trovare la vittoria. Con continuità. Dal Genoa in poi sarà obbligatorio vincere perché la classifica langue ed è ancora impietosa. Magari tirando fuori quell’astuzia e furbizia che manca in Kovacic nel fare quel fallo o in Icardi nel gestire determinate situazioni di contropiede. Perché con la furbizia si sarebbe conquistato tutto il bottino. Siamo però giovani, ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta.

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Published by
Bernardo Cianfrocca