Doveva essere la partita della svolta, la gara che avrebbe dovuto consegnare una nuova seria pretendente alla corsa verso la Champions League, invece la sfida tra Empoli ed Inter ha dimostrato come i nerazzurri hanno ancora molto da lavorare per trovare quella continuità necessaria per essere una protagonista in questo campionato raggiunto già al giro di boa.
Roberto Mancini rinuncia inizialmente a Mateo Kovacic optando un 4-2-3-1 dove alle spalle dell’unica punta Mauro Icardi galleggiano i tre trequartisti Podolski, Palacio ed Hernanes supportati dalla mediana muscolare composta da Gary Medel e Fredy Guarin. L’intento del tecnico jesino era quello probabilmente di aprire la difesa toscana tendendo il tedesco campione del Mondo ed il Profeta molto larghi, cercando così di proporre un gioco arioso e tenere il pallino della partita.
Un pensiero rimasto solo sulla carta perché la prima frazione non presenta particolari azioni di rilievo da parte dei nerazzurri, apparsi in difficoltà ad imporre il proprio gioco a cospetto di un Empoli dimostratosi molto concentrato e senza particolari timori reverenziali per l’avversario. Prima frazione che scivola via con un grattacapo per Mancini, costretto a rinunciare a Ranocchia a causa di un infortunio al ginocchio sinistro da valutare nei prossimi giorni. Dentro Marco Andreolli al via della ripresa.
Ma per chi si aspetta una seconda frazione con un’Inter pronta ad ingranare le marce giuste per far propria la partita è costretto a ricredersi subito. La formazione di Sarri mette in seria difficoltà i nerazzurri nei primi 25 minuti di gioco e costringendo Handanovic a tre interventi determinanti tutti su Pucciarelli per evitare lo svantaggio.
Neanche l’ingresso di Kovacic al 60′ al posto di uno spento Icardi cambia l’inerzia della partita con un’Inter volenterosa ma meno brillante degli avversari, spesso primi sul pallone e che continuano a spingere pericolosamente verso l’area nerazzurra. Nonostante una ripresa difficile comunque, anche l’Inter ha due ghiotte palle gol. La prima su calcio d’angolo di Podolski con Vidic che di testa non inquadra la porta per questioni di centimetri e l’altra un quarto d’ora dal termine quando Hernanes pennella un suggerimento in area per Palacio che sempre di testa spedisce di poco a lato.
Sono gli unici sussulti di una sfida che lascia un po’ l’amaro in bocca per tutto il popolo nerazzurro che sicuramente si aspettava una prestazione più convincente anche in virtù dell’ottima vittoria ottenuta solo una settimana fa in casa con il Genoa. C’è ancora da lavorare per vedere un’Inter diversa e spetterà Mancini trovare l’alchimia giusta per far coesistere tutta la qualità a disposizione soprattutto dalla cintola in su.