Dopo la lite durante il match Juventus-Inter tra Icardi e Osvaldo, e dopo le discussioni con Mancini, forse arrivate anche alle mani, l’italo-argentino ha deciso il suo futuro. La società nerazzurra insieme al tecnico ha infatti deciso di escludere il centravanti, “taglio” messo in discussione da ben pochi, evidentemente l’etica ha prevalso sul valore tecnico del giocatore. Decisione corretta, parliamo di un ambiente dove il gruppo è tutto, anche se, probabilmente, l’esito finale della situazione è stato il peggiore che potesse verificarsi. Ormai la storia è scritta, quel giorno, 4 agosto 2014, sembra lontano anni luce; Osvaldo arrivò all’aeroporto di Malpensa, con una camicia a fiori, le Nike e una chitarra in spalla, acclamato dalla folla interista, entusiasta di accogliere il bomber di Buenos Aires.
Adesso i nerazzurri ne dovranno fare a meno, nonostante la reazione contro Maurito a Torino, l’italo-argentino ha totalizzato 12 presenze e 5 gol in campionato, in Europa League 7 presenze e 2 reti. Il punto più brutto della situazione è stato quel “io non posso entrare” affisso ai cancelli subito fuori Appiano Gentile. La risoluzione contrattuale sarebbe la soluzione ideale per i nerazzurri, mentre Osvaldo vorrebbe tentare una vertenza basata sul mobbing. Osvaldo adesso è in attesa della chiamata di una big europea, chiamata che però sarà parecchio improbabile, al contempo potrebbero esserci Juventus e Milan alla finestra, vuoi per necessità tecniche e di rosa, vuoi per tentare di beffare i nerazzurri.
Osvaldo si è rovinato da solo, con le sue stesse mani. E’ certamente vero che Icardi avrebbe dovuto fare meno l’egoista e avrebbe dovuto passare il pallone all’italo-argentino per mandarlo a tu per tu con Buffon, ma inveire come ha fatto contro un compagno di squadra proprio no, non ci sta. E se poi avesse avuto il coraggio di alzare le mani contro il tecnico nerazzurro, forse tutto questo era irrimediabile. Come si dice, il malvoluto non è mai troppo..