L’Inter non sta attraversando un bel periodo e l’atmosfera attorno all’inaspettata sconfitta interna contro il Torino è ancora grigia. Il presidente Thohir, tornato a Milano dopo un paio di mesi di assenza, non ha trovato quello che probabilmente auspicava. Gli acquisti di Podolski e Shaqiri hanno ancora bisogno di tempo a causa di una condizione fisica precaria legata allo scarso utilizzo nei precedenti club di appartenenza, ma anche tutta la manovra nerazzurra è sembrata lenta e prevedibile.
Il 4-2-3-1 messo in campo da Roberto Mancini nelle ultime apparizioni non sta ancora dando i frutti sperati ed il tecnico jesino non è andato tanto per il sottile in sala stampa post Torino chiedendo ai propri attaccanti maggior movimento e convinzione per trovare la via della rete.
Un quartetto offensivo che, nonostante l’iniziale panchina per Shaqiri, non ha visto la presenza di Hernanes dall’undici titolare. Il Profeta è un elemento importante nella rosa nerazzurra ma non sembra trovare la giusta collocazione tattica nello scacchiere che il tecnico ha in mente per questa squadra.
Fatta eccezione per la gara contro il Genoa dove la squalifica di Kovacic lo ha visto disimpegnarsi dietro l’attaccante centrale, è stato provato nelle gare contro Juventus ed Empoli sugli esterni del trio d’attacco dietro all’unica punta Mauro Icardi ma i risultati sono stati abbastanza scadenti.
Difficile che possa ritagliarsi spazio in quel settore, sia per le sue caratteristiche fisiche che per i nuovi arrivi che ricoprono al meglio quel ruolo, ma anche la zona nevralgica del campo è di difficile collocazione. Mancini ha sempre optato per la coppia formata da Medel e Guarin (con Kuzmanovic alternativa) ed ora l’innesto di Marcelo Brozovic riduce ulteriormente lo spazio in mediana.
Premettendo che il mister voglia prediligere questo modulo anche in futuro, il ruolo più consono al Profeta è proprio nel centro del trio d’attacco che attualmente Kovacic sta occupando con risultati altalenanti. Ma si tratta di due giocatori importanti per questa Inter ed un possibile dualismo potrebbe incidere negativamente sul rendimento di entrambi i giocatori.
Una soluzione ed un’alchimia che Mancini dovrà al più presto trovare per riuscire a far coesistere tutti gli uomini con maggiore qualità a sua disposizione ed Hernanes, da par suo, dovrà sempre farsi trovare pronto perché le gare sono ancora molte e ci sarà bisogno di tutti per centrare gli obiettivi che l’Inter ha in mente in Italia e soprattutto in Europa.