La gara persa al fotofinish contro il Napoli valevole per il passaggio alle semifinali di Coppa Italia ha vanificato una prova che, per quasi tutta la durata del match, ha visto i nerazzurri disimpegnarsi con voglia e personalità di fronte ad una squadra tra le più in forma del momento, nonché detentore del titolo.
Lo svarione difensivo di Andrea Ranocchia è stato spesso bistrattato da ogni organo dei media che hanno voluto trovare nel capitano il capro espiatorio per una gara che stava volgendo spedita verso i tempi supplementari. Il fatto che l’Inter abbia subito gol in quel modo ha fatto infuriare Mancini e deluso tutto il popolo di fede interista che ha visto svanire la possibilità del passaggio del turno e cambiare il trend di una stagione fin qui disgraziata.
Ma se è vero che le lacune difensive di questo periodo stanno incidendo non poco nel processo di crescita dei nerazzurri, c’è anche da sottolineare una poca rabbia nel reparto offensivo per trovare la via del gol. Una rabbia che deve essere incanalata nei giusti binari e soprattutto nei giusti contesti perché poi si rischia solo di peggiorare il feeling con una tifoseria che, seppur esigente, è sempre molto vicina ai giocatori e cerca di capirne le difficoltà che stanno attraversando.
Il caso Icardi di domenica scorsa a Reggio Emilia è il perfetto esempio di quella rabbia che bisognerebbe evitare e trasformare in cattiveria agonista qualora si è chiamati in causa per i colori. Roberto Mancini lo ha subito spedito in campo per vedere la reazione del ragazzo, conscio dell’errore di qualche giorno prima e giustamente multato dalla società, ma il risultato è stata una prova opaca e soprattutto poco concentrata.
A parte il palo colpito al 16′ con un buon destro dal limite, la fotografia della partita di Icardi è stata qualche minuto dopo quando, scattato in profondità ma vedendo che il lancio di Hernanes era corto e di facile preda del difensore, ha rallentato la corsa non curandosi più del pallone. Peccato che Britos quel pallone non lo ha stoppato e Icardi non si è accorto della sfera appena dietro di lui e potenzialmente pronta per essere scagliata in porta. Un atteggiamento che non è andato giù a Mancini che, proprio qualche giorno fa, aveva richiamato pubblicamente Icardi ad una maggiore grinta, determinazione e collaborazione con i compagni per poter diventare un grande centravanti.
Il tempo è dalla sua parte ma la stagione dell’Inter è molto delicata e un terminale d’attacco con la fame del gol in stile Higuain potrebbe favorire al meglio anche il tridente alle sue spalle e permettere alla squadra di andare a segno con maggiore facilità e per sì che le imperfezioni difensive non risultino determinanti ai fini del risultato.