La partita contro il Palermo ha prodotto lumi di un’Inter che Roberto Mancini vorrebbe finalmente far lievitare in maniera costante per continuare a seguire la linea tracciata dalla società, ovvero la qualificazione in Europa e possibilmente dalla porta principale.
Un modulo variato rispetto alle ultime apparizioni con un centrocampo a tre e due attaccanti esterni a supporto di Mauro Icardi, autentico e rapace finalizzatore della manovra. Un gioco più fluido e una squadra sembrata più compatta e aggressiva, con quella voglia di prendersi e azzannare la partita tipica dei grandi team.
E si sa che spesso le gare si vincono nella zona nevralgica del campo ed è stato proprio lì che i nerazzurri hanno avuto il sopravvento. Archiviata per ora la mediana a due interpreti, il centrocampo interista ha beneficiato delle geometrie di Marcelo Brozovic, della duttilità di Fredy Guarin e del senso tattico di Gary Medel.
Ed è proprio su quest’ultimo che orientiamo il focus. Lo stantuffo cileno acquistato a inizio stagione stava un po’ annaspando con il resto della truppa e, nonostante il suo dinamismo e cuore durante i match, non riusciva ad esprimere al meglio le proprie caratteristiche soprattutto a causa di un gioco apparso troppo spesso di poca qualità da parte della squadra.
Ora, con l’avvento di Mancini e di un sistema di gioco senz’altro più offensivo e che privilegia la qualità, il suo senso tattico e di recupera palloni si interseca bene con il resto del mosaico che fa appunto del fraseggio le sue armi migliori. Il suo compito, per ora, è solo quello da schermo davanti alla difesa e permettere un certo equilibrio a tutto l’impianto senza però snaturare troppo il suo gioco fatto anche di tackle e raddoppi asfissianti per recuperare il possesso.
La sfida contro i siciliani ha perfettamente dimostrato di come anche un giocatore dalle sue caratteristiche possa tranquillamente essere l’ago della bilancia in una squadra e non solamente la sola qualità (stile Pirlo per intenderci) per permettere ad essa di esprimersi al meglio. Caratteristiche diverse ma che possono avere anche la stessa efficacia, il sunto del discorso.
Detto questo, non è scontato che Mancini opti sempre per questa soluzione in quanto c’è molta concorrenza nel reparto di centrocampo. Se si pensa che domenica scorsa i vari Hernanes e Kovacic (senza dimenticare Kuzmanovic che il tecnico di Jesi ha utilizzato molto inizialmente con discreti risultati) hanno visto la partita dalla panchina, si può tranquillamente capire di come il pitbull Medel dovrà stare molto attento se vorrà rimanere titolare nella mente del Mancio in futuro.