Javier Zanetti si racconta in una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Ecco la prima parte:
Zanetti, confessi: corre ancora tutti i giorni?
“Quasi, diciamo 5 su 7. E ogni tanto calcetto“.
Quanti minuti garantirebbe a Mancini?
“Un tempo ancora ce la faccio, dai“.
Più faticoso fare il calciatore o il vicepresidente?
“Di sicuro adesso lavoro più ore ed è più facile che mi cambino i programmi della giornata“.
Più che altro da un po’ di tempo è cambiata la sua presenza alla Pinetina
“Ma i primi mesi era previsto che facessi un master alla Bocconi e stessi di più in sede: per prendere confidenza con tutte le aree della società“.
Sicuro che non fosse la presenza di Mazzarri a ridurre la sua area di azione?
“Io ho sempre risposto e rispondo alla società, indipendentemente da chi c’è in panchina“.
E adesso come se la cava a rispondere a Thohir in inglese?
“Meglio io con l’inglese che lui con l’italiano, spero. Ma a 40 anni è dura, all’inizio quando andavo a lezione con i bambini mi sentivo uno scemo: loro imparavano alla grande e per me era cinese“.
Ora può dirlo: ci rimase male quando le proposero di firmare un contratto a tempo, per due anni?
“E’ la filosofia di Thohir: mi ha trattato come un manager. Quello che mi interessava era sentire la sua fiducia ed essere considerato un veicolo importante per lanciare l’immagine dell’Inter anche a livello internazionale. E poi era normale: Moratti mi conosce da una vita, lui no“.
Perché Moratti dice che lui ora non conta più?
“Conta e conterà sempre: è molto rispettoso, ma quando deve intervenire lo fa“.
Ed è vero che Zanetti, da quando c’è Mancini, conta di più?
“Diciamo che mi sento più coinvolto di prima. Normale: io e Roberto ci conoscevamo già. Ma lui sembra un altro rispetto ad allora: più tranquillo, più consapevole. E ha cambiato in parte pure il modo di allenare: molta più intensità, adesso“.
In cosa è più coinvolto, con lui?
“Ci confrontiamo spesso e se lo ritiene giusto parlo con i giocatori. E’ successo soprattutto nei giorni difficili: so cosa vuol dire attraversare certi momenti“.
Da ex capitano a capitano, l’ha fatto soprattutto con Ranocchia.
“Andrea ha dei valori e i compagni lo rispettano per questo. Però deve avere più fiducia in se stesso, non sentirsi crollare il mondo addosso: i compagni lo guardano e il rispetto te lo guadagni anche così“.
Ha detto le stesse cose a Icardi?
“Sta a noi aiutarlo, sta a lui capire come bisogna comportarsi in una grande squadra. La prima cosa, e ci teniamo tanto, è il rispetto per i tifosi“.
Più grave Balotelli che butta per terra la maglia o Icardi che la lancia un po’ così ai tifosi?
“Più grave Mario, ma due cose sgradevoli“.