Una vecchia canzone recita: “Pensare globale, agire locale, non è uno slogan ma una sfida vitale…“.
Mai frase fu più azzeccata per questa Inter e soprattutto per il lavoro (mostruoso) che sta compiendo Mancini sui suoi calciatori e su tutta la società nerazzurra.
Mancini sta partendo dalle basi e tra una battuta e l’altra, cerca di eliminare ostacoli e polemiche per ogni suo giocatore. Con Icardi aveva scherzato sulla mancanza esultanza concordata con lo stesso giocatore, con Ranocchia ironizza sul pizzino con cui gli avrebbe spiegato chi era l’Inter e chi gli avversari. Il tutto ha un fine specifico: lottare senza aver paura.
Al termine della partita contro gli scozzesi del Celtic il Mancio ha dichiarato: “Anche se può capitare di sbagliare, i giocatori e tutta la squadra devono subito riprovarci, senza avere paura. Siamo l’Inter e non possiamo avere paura”.
Tutto qua. L’essenza di ciò che l’Inter deve fare e di ciò che i tifosi si aspettano che faccia, è esattamente questa.
Da oggi non si scherza più. I nerazzurri devono affrontare partite al limite del proibitivo in un tour de force di fatiche ed emozioni. Non c’è neppure il tempo per pensare, si gioca ogni tre giorni. Le prime sfide in ordine sono: Fiorentina, Napoli, Europa, Cesena, Europa, Sampdoria. L‘Inter sarà dentro o fuori, potrà diventare grande, o dover ricominciare tutto da capo.
Non rimane che lottare, lottare senza alcuna paura.