Dopo la batosta di domenica sera contro la Fiorentina, Mancini fa i conti con la classifica e, ovviamente, si rende conto che l’unica possibile via d’accesso alle coppe potrebbe passare attraverso la conquista dell’ Europa League.
Al contempo la sociètà deve fare i conti con il famigerato Fair Play Finanziario che potrebbe portare a una sanzione pecuniaria e alla riduzione della rosa per la lista Uefa, da 24 a 23 giocatori. Thohir è già stato a Nyon, e nei prossimi giorni ci andranno Fassone e Bolingbroke, per spiegare il piano di rientro programmato così da poter arrivare a un patteggiamento che potrebbe portare una multa di circa 6 milioni.
Contro il fair play finanziario si sta battendo da tempo, da Bruxelles, l’avvocato Jean Luis Dupont, che ha già fatto causa all’Uefa, sostenendo che non si può impedire a un investitore di spendere quello che vuole limitandone in questo modo il progetto sportivo.
Sempre secondo il parere di Dupont, il FPF impedirebbe ai piccoli club di poter crescere. Se per esempio il Real Madrid produce 500 milioni di Euro, potrà investire la stessa cifra nel calciomercato per arrivare a chiudere in pareggio. Viceversa un club che genera un reddito di 25/ 30 milioni ne potrà spendere altrettanti nella campagna di rafforzamento. Ciò significa che in quattro anni, il Top club avrà a disposizione 2 miliardi per l’acquisizione di nuovi giocatori, il piccolo non più di 120 milioni. Somme troppo diverse che spiegherebbero i ripetuti successi delle solite squadre. Se un presidente è appassionato di calcio e vuole spendere di tasca sua per rafforzare la propria rosa, è liberissimo di farlo. E’ questo il pensiero di Dupont che si è schierato apertamente contro Michel Platini. L’Inter intanto aspetta, sperando in un destino roseo.
This post was last modified on 4 Marzo 2015 - 19:17