Tutto iniziò esattamente un girone fa. Era il giorno di Cesena-Inter al Manuzzi e in quella squadra, ancora mazzariana e vittoriosa per 1 a 0 con rete di Icardi su rigore, il Mancio notò che ci fosse del buon materiale al suo interno. Era in tribuna con il ds Fassone e Piero Ausilio e, un mese dopo circa, quella creatura diventò la sua Inter. E lui, ottimista di natura, pensava che grazie alle sue idee quel ‘qualcosa di buono’ potesse dare effettivamente i suoi frutti già da questa stagione.
Ora, a quattro lunghi mesi sulla panchina dei nerazzurri, il resoconto statistico parla di un rendimento migliorato su alcuni aspetti rispetto alla precedente gestione ma i punti purtroppo latitano. Quel terzo posto sbandierato e sperato domenica dopo domenica ha dovuto fare i conti con un realtà che adesso lascia poco spazio all’immaginazione e il deludente pareggio interno contro i romagnoli ha certificato la fine dei sogni.
Non è bastato per vari motivi. Il primo, il più tangibile, è che la sua Inter prende in un modo o nell’altro sempre gol. Se non sbaglia uno, falliscono gli altri difensori per un falla sempre presente nello sviluppo della partita. Solo in tre occasioni i nerazzurri del Mancio non hanno preso gol, a volte per una questione di sbadataggine, altre perchè è proprio un discorso di limiti strutturali che questa rosa ancora palesa in maniera abbastanza netta. Se poi ci mettiamo che è stata costruita per un altro allenatore ad inizio stagione, il cerchio si chiude in maniera del tutto logica.
Ok, ma davanti a tutto questo Mancini a cosa sta pensando? Era il 2008 quando, dopo l’eliminazione in Champions e l’ombra di Mourinho incombente per la stagione successiva, decise di dimettersi da tecnico dell’Inter ad annata in corso. Ora, nonostante un ritorno non ancora convincente, è tutto diverso. Il Mancio non ha intenzione di mollare e chiede già rinforzi per il 2015-2016 perchè ha più volte ribadito che dalla prossima stagione l’obiettivo per i nerazzurri dovrà essere lo scudetto. Difficile pensarlo ora, ma lui sta iniziando a progettare il futuro e la richiesta di protezione davanti alla difesa con un Tourè e/o Toulalan va proprio in questa direzione.
Il Mancio ha due cose in testa ma ben chiare: cominciare una nuova stagione per vincere ed un mercato plasmato in base alle proprie esigenze. Poco non è, ma sufficiente per vederlo ancora sulla panchina dell’Inter si.
This post was last modified on 17 Marzo 2015 - 12:17