Nel consueto spazio che La Gazzetta dello Sport riserva agli editoriali, nell’edizione di oggi spicca il commento dello Zio Beppe Bergomi che ha parlato delle ragioni che hanno portato l’Inter 2.0 di Mancini ad abbandonare già da metà marzo tutti i propri obiettivi stagionali.
L’ex difensore nerazzurro si è soffermato su un aspetto fondamentale: Mancini, nel suo essere un vincente e un grande allenatore, ha preteso troppo da questa squadra. Non si può decidere di puntare sugli stessi meccanismi che avevano portato il suo Manchester City a vincere la Premier League con lui in panchina e l’ostinazione nel chiedere a tutta la squadra compiti che non si potevano assolvere è stata il primo sbaglio.
Certo, la mentalità deve sempre essere da vincenti e l’atteggiamento in campo è sicuramente migliorato dal ritorno del Mancio ma il tecnico jesino avrebbe dovuto cercare di comprendere meglio il materiale a sua disposizione per ottenerne il massimo, magari in maniera meno estetica e più concreta. Impostare una linea difensiva alta, un baricentro offensivo e una difesa in attesa dell’uno-contro-uno ha portato l’intero reparto difensivo a mettere palesemente a nudo le proprie difficoltà tecniche e caratteriali.
Insistere su Campagnaro terzino poi è stata un’altra convinzione poco fruttuosa perchè la copertura che magari l’argentino può garantire è spesso stata compensata dalla sua inadeguatezza nel giocare sulla fascia, cosa che quasi mai ha fatto in carriera. Il primo gol subito contro il Wolfsburg deriva proprio dal disorientamento di Hugo a giocare sulla fascia.
Col senno di poi, Mancini avrebbe dovuto cercare di impostare una squadra più coperta perchè in Italia è meglio subire meno gol che segnarne di più. Medel ha sempre fatto il massimo ma da solo non basta e Brozovic per quanto utile resta un interno di centrocampo e la difesa spesso ha pagato le conseguenza dello scarso supporto ricevuto dagli altri compagni. Così come accaduto con Mazzarri poi tutto il gruppo ha dimostrato scarsa forza nel rialzarsi dai momenti di difficoltà, quando proprio da quelli i campioni mostrano il loro valore.
Comunque restano 11 partite per risollevare la stagione ed è meglio rimboccarsi le maniche per qualificarsi anche al primo preliminare di Europa League perchè l’Inter ha nel suo DNA la partecipazione alle coppe internazionali e la mancata partecipazione porterebbe conseguenze negative a livello di immagine, di introiti e di ambizioni.
This post was last modified on 21 Marzo 2015 - 10:52